Creatività e inclusione sociale sono i protagonisti della mostra di Toni Zanussi, inaugurata mercoledì 29 dicembre a Trieste, al Magazzino 26 del Porto Vecchio. Sarà possibile visitarla gratuitamente fino al 20 febbraio 2022.
La mostra dal titolo “L’anima, la terra, il colore. Arte d’azione e di inclusione” è molto più di una semplice esposizione di opere artistiche: si tratta infatti di un progetto-laboratorio di inclusione sociale che fa parte di un ciclo espositivo di rassegne, ognuna diverse dall’altra, che ha visto un primo allestimento in una versione molto più ridotta nel 2020 a Tarcento e che dopo Trieste proseguirà a Monaco.
Tanti gli enti che hanno reso possibili il progetto. In primis il Comune di Trieste attraverso: l’Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo insieme all’Assessorato alle Politiche Sociali di Trieste, il Dipartimento Scuola, Educazione, Promozione Turistica, Cultura e Sport – Servizio Promozione Turistica, Eventi Culturali e Sportivi,i il Dipartimento Servizi e Politiche Sociali – Servizio Sociale Comunale – Servizio di Inserimento Integrazione lavorativo S.I.I.L.
L’iniziativa è svolta in collaborazione con: il Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità – Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna (U.D.E.P.E.) di Trieste e Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni (U.S.S.M.) di Trieste; il Garante locale dei diritti delle persone private della libertà personale. Collaborano all’esposizione per quanto riguarda i percorsi di inclusione sociale: EnAIP FVG Trieste; Euro & Promos; con il supporto del Progetto finanziato dalla Cassa delle Ammende e dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia: Lybra Società Cooperativa Sociale – ONLUS e Fondazione diocesana Caritas Trieste ONLUS.
Inclusione sociale e educazione alla legalità
Saranno sei le persone del territorio (adulti e minorenni), alcune protagoniste di condotte illecite, che nel corso dell’esecuzione delle misure e sanzioni di comunità a cui sono soggetti, offriranno il loro contributo alla rassegna, in particolare nei processi di diffusione e comunicazione della mostra oltre che nell’accoglienza dei visitatori. L’obiettivo di tale coinvolgimento è quello di restituire loro un ruolo di utilità sociale e di favorirne il reinserimento attraverso un’esperienza formativa e relazionale positiva nel mondo dell’arte a dimostrazione che l’arte può essere uno strumento potente di educazione alla legalità.
Toni Zanussi
Toni Zanussi è nato a Qualso in provincia di Udine l’11 settembre 1952. Rimasto precocemente orfano dei genitori, si è imbarcato giovanissimo su navi da crociera. È lì, nel corso dei suoi innumerevoli viaggi, che la sua personalità artistica si è formata. Mondi e culture nuove, incontri e solitudini, lavoro e pittura costituiscono il suo apprendistato.
Fino alla consapevolezza che il luogo ideale per far giungere a piena maturità la sua arte è nel silenzio delle montagne friulane, dove attualmente vive.
Zanussi si ispira alla natura e ai suoi cambiamenti, ai colori e alle atmosfere che mutano con l’alternarsi delle stagioni. Immerso nei boschi del monte Stella a Tarcento (UD), è qui che l’artista ha costruito il suo studio-atelier, un luogo ospitale, sempre aperto a curiosi e amici.
“Pittore della cosmogonia e della contaminazione tra materia e realtà sociale, artista del recupero degli sprechi e poeta” come lo ha definito Gillo Dorfles, Zanussi raccoglie da oltre quarant’anni sempre crescenti successi, le sue opere sono state raccontate da tanti scrittori ed intellettuali ed esposte in giro per il mondo, da Venezia fino a Parigi.
Le opere
La mostra ospita una novantina di opere di magnetica suggestione, molte delle quali di dimensioni notevoli – oltre due metri di lunghezza per un metro di altezza – suddivise in cinque sezioni tematiche secondo un percorso cronologico.
Dalle tavole ai bidoni e alle casse dipinti con colori vivaci e solari e con i temi del sogno che raccontano di viaggi lontani, nei territori della mente e del fantastico, attraverso lavori dalle forme più diverse ed affascinanti: rettangolari, circolari, a ogiva, realizzati su diversi supporti come sostegni MDF, il legno grezzo delle casse, il metallo dei grandi bidoni.
«La rassegna – spiega la curatrice Marianna Accerboni – testimonia, in una sorta di orizzonte di luce e di cromatismi accesi, eleganti e al contempo sobri, l’universo creativo e la sperimentazione svolta dal pittore friulano Toni Zanussi negli ultimi trent’anni. In mostra compare un’ampia selezione di opere che raccontano il suo immaginario, stilato secondo una cifra molto personale, armonica e sottilmente dinamica: una pittura sgorgata dal cuore di un artista dal gesto pittorico incantato.
Luminosi e talvolta in controluce, com’è spesso la vita, i suoi lavori ci parlano dell’esistenza reale, trascendendola e idealizzandola attraverso simbolismi iconici e di speranza. In tal senso, sotto il profilo critico, la sua opera si colloca nell’ambito di quel filone espressivo orientato a un’interpretazione della realtà arricchita da suggestioni oniriche, fantastiche, metafisiche e surreali, che ha caratterizzato, in nome della libertà, buona parte dell’arte e persino dell’architettura del Novecento e contemporanea, a partire da Mirò per arrivare alle forme organiche dell’architetto statunitense Frank Gehry”. »
Il pubblico potrà così godere di molti suoi lavori, alcuni dei quali inediti: dal recente “Totem omaggio a Mostar” del 2020 che supera, in diagonale, i tre metri, al trittico formato dalle tre opere di forma ogivale “Cosmogonia”, “Cosmogonia nero terno” e “Cosmogonia rossa” del 1994.
Un’arte dove il male è dissacrato, esorcizzato e superato attraverso composizioni dai colori vivaci, quasi allegri per portare lo spettatore in una realtà altra, una fuga verso la speranza come nella serie più recente incentrata sul tema della pandemia da Covid-19, che l’artista chiama “invisibile creatura”, e ai lirici voli cromatici su Sarajevo e Mostar, che ricordano la tragedia della guerra o quella dell’Afghanistan.
L’arte come impegno sociale e civile
Per Toni Zanussi l’arte è impegno artistico, riscatto per tutti gli umili, i poveri, gli abbandonati, gli scartati della terra ed è anche strumento, linguaggio, metodologia per esprimere il suo impegno civile. A corredo di ogni sezione della mostra in corso a Trieste, un testo allude alle pene, alla detenzione e alla possibilità di redenzione attraverso la giustizia riparativa, tema trasversale alla mostra e molto sentito dall’artista: la speranza.