What’s Happ? Chat comiche di gruppo la divertente opera comica scritta e prodotta dal gruppo comico Gli A4, con la supervisione artistica del maestro Antonello Costa e diretta da Anna Maria Michetti, sarà in scena il 26 e il 27 ottobre al Teatro Anfitrione di Roma.
Sul palco Alessia Di Fusco, Davide Di Meglio, Marco Giardina e Livia Massimi daranno vita a numerose situazioni comiche e scene che, diversissime tra loro, si susseguiranno rapide, come le chat che ogni giorno riempiono gli schermi dei cellulari di ognuno di noi.
Abbiamo intervistato tutti i protagonisti
“Che è successo?”: questo l’interrogativo/pretesto da cui si parte per analizzare, in modo ironico e graffiante, l’uso che si fa dello strumento delle chat e di Whatsapp nello specifico. Ma voi vi ricordate com’era la vostra vita prima dell’avvento di whatsapp? Pensate sia migliorata?
Alessia Di Fusco: Purtroppo siamo così assuefatti da questa applicazione che è difficile ricordarsi com’era prima. Per certi versi la vita migliora perché restringe le distanze ed i tempi. Tutto accade in tempo reale. D’altro canto ci deve essere per forza un rovescio della medaglia. Siamo tutti compulsivi con whatsapp. Appena c’è un numerino sull’icona è più forte di noi, dobbiamo aprire. Sembra quasi un torto al nostro telefono lasciare conversazioni in sospeso.
Marco Giardina: Una cosa che odiavo prima dell’avvento di whatsapp era il messaggio perché: A ero lentissimo, B non avevo mai credito, C c’era una ragazza h rispondeva alle mie domande…siccome c’era una sorta di flirt, non potevo non risponderle e il risultato era credito residuo 0 €. Direi che con whatsapp la situazione è notevolmente migliorata anche per le soluzioni più pratiche. Non mi devo più sgolare quando finisce la carta igienica in bagno… basta un whatsapp.
La supervisione è affidata ad Antonello Costa, qual è stato il contributo di questo grande artista al vostro spettacolo?
Anna Maria Michetti: Antonello Costa, già maestro dei quattro attori, colui che li ha avviati alla comicità, è intervenuto in due momenti salienti del processo creativo che ci ha condotti alla realizzazione dello spettacolo. Il primo è stato nella fase di scrittura, revisionando e aggiustando i testi dei diversi numeri usciti dalle penne degli A4, aiutandoli nell’utilizzo di un metodo stimolante ma insidioso: quello della scrittura collettiva. Il secondo intervento del maestro è avvenuto nella fase del post montaggio: dopo la messa in spazio dei diversi numeri, Antonello li ha organizzati nell’ordine di scaletta, seguendo esigenze comiche e narrativo-tematiche.
Da come è nata l’idea?
Alessia Di Fuso: In realtà è arrivata dopo la scrittura di una serie di sketch. Ci siamo accorti che la comunicazione poteva essere il filo conduttore e che whatsapp poteva essere il contenitore di tutto lo spettacolo. In più nel nostro linguaggio è completamente assente l’apparato tecnologico, le musiche per esempio. Per cui ci sembrava una grossa sfida parlare di tecnologia senza utilizzarla assolutamente.
Marco Giardina: Avevamo da tempo l’intenzione di portare in scena un varietà, avevamo vari sketch diversissimi tra loro, e abbiamo pensato: cosa può fare da collante? La comunicazione, cos’è indispensabile oggi per comunicare? Abbiamo pensato ai vari social, ma alla fine ci risultano tutti un po’ di facciata. Mentre whatsapp consente di esprimersi con più contenuti rispetto ad immagini ed apparenza. Alla fine ragionando su questa applicazione abbiamo pensato che ogni conversazione, ogni gruppo, ogni singolo messaggio è una storia a sé. Un po’ come i nostri sketch.
Pensate ci siano più lati positivi o negativi legati all’uso di questo strumento di comunicazione.
Davide DI Meglio: Sicuramente la rapidità con cui si comunica, in qualsiasi momento della giornata e ovunque tu sia, fa si che questo strumento sia una grande innovazione. In più è alla portata di tutti e questo, in un certo senso, ci unisce. Allo stesso tempo però potrebbe avere dei risvolti negativi… ad esempio è diventato talmente comodo scrivere che spesso ci si dimentica di sentirsi con le persone o ancor di più di vedersi. Ma questo è un problema che riguarda in generale tutti i social… il segreto forse sta nell’utilizzarli in maniera non eccessiva anche perché possono creare dipendenza… e da “social” rischiano di diventare “asocial”.
Un’anticipazione sullo spettacolo. Cosa deve aspettarsi il pubblico
Anna Maria Michetti: Gli spettatori saranno coinvolti in una serie di situazioni comiche diversissime tra loro, imprevedibili. Rifletteranno ironicamente attorno al meccanismo della comunicazione virtuale tra individui. Nel corso della storia dell’umanità sono cambiati i media, le tecnologie attraverso le quali la comunicazione avviene. Per questo motivo lo spettacolo mira, in realtà, ad indagare il rapporto che intercorre tra reale e virtuale, tra corpo e concetto, tra presenza e assenza.
Quali sono i progetti futuri di questa giovane compagnia?
Livia Massimi: I progetti futuri? Affinare il nostro linguaggio comico sempre divertendoci e divertendo. I prossimi progetti teatrali tornano nella direzione della parodia, come è stato con “Ulissea”, nostro spettacolo “manifesto” vincitore del Roma Comic Off 2017 e, sul versante del cabaret, contiamo di farci conoscere sempre più nel circuito del festival, social e in quello televisivo.
La regia è affidata a Anna Maria Michetti. Come ha diretto il lavoro?
Anna Maria Michetti: Ho avuto la fortuna di dirigere gli A4 in altri due lavori precedenti. In questo lungo percorso di collaborazione abbiamo messo a punto un preciso metodo di costruzione e di indagine. Artigianalmente diamo vita a dei caratteri, maschere contemporanee, allenando i corpi attoriali a vivere condizioni lontane dal quotidiano e dagli automatismi. Ricerchiamo la scomodità. Successivamente creiamo relazioni tra i diversi caratteri, partiturizziamo ritmicamente movimenti e voci. Assembliamo materiali che solo in sede di montaggio finale scegliamo se abortire o dare alla luce.
Un invito ai nostri lettori. Perchè venire a teatro e godere del vostro spettacolo.
Perché 2 non fa 3, ma A 4 è meglio!!! Scherzi a parte per curiosità, perché è divertente, perché siamo una compagnia giovane e perché il teatro va sostenuto! Ma sopratutto perché si ride si ride e si ride… e ridere fa bene al cuore! Me l’ha detto il medico!!!