Nonostante l’elevato coinvolgimento del pubblico, probabilmente sull’onda emotiva del successo del biopic Bohemian Rhapsody, nella nuova edizione di We Will Rock You sembra che la rapsodia sia stata solo evocata…
Non si tratta di una replica del precedente spettacolo, diretto da Maurizio Colombi, ma di un’edizione del tutto nuova, per cui qualsiasi tentativo di paragone sarebbe inappropriato.
Si può pero affermare che la regia di Tim Luscombe e la scenografia firmata da Colin Mayes, unite a un disegno luci immersivo senza essere troppo invasivo – sebbene privo di particolari effetti visivi – rendono questo allestimento scenograficamente molto più simile a un concerto e quindi più adatto a palazzetti e tensostrutture e non a palcoscenici teatrali tradizionali.
Non a caso, risulta evidente la libertà d’azione piuttosto “sacrificata” durante i numerosi cambi scena, autentico “tallone d’Achille” di questo allestimento, mentre il suo fiore all’occhiello è l’orchestra rigorosamente dal vivo, che impone la sua potente presenza rock dall’inizio dello spettacolo, ma viene svelata – attraverso un gradevole coup-de-theatre, purtroppo unico nell’intera serata – solo nel finale dello spettacolo, sulle note di We are the Champions.
Il nuovo adattamento italiano riprende lo script originale, ovvero la storia di Galileo e Scaramouche, due giovani che combattono insieme ai ribelli Bohemians per riportare la musica dal vivo e l’amore per la bellezza in una società futuribile, controllata dalla Globalsoft, una multinazionale che ha reso tutti gli abitanti del pianeta Mall dipendenti dai social media, privi di pensiero critico.
Essere campioni non basta, si può fare di più
Il cast, parzialmente rinnovato rispetto alla precedente edizione vede nuovamente Salvo Vinci vestire i panni di Galileo, mentre Valentina Ferrari, oltre ad assumere la direzione artistica dell’attuale allestimento, incarna ancora una volta l’energica e affascinante perfidia rock di Killer Queen, raccogliendo immancabilmente consensi a scena aperta.
Da Alessandra Ferrari (Scaramouche) a Loredana Fadda (Oz), fino a Massimiliano Colonna (Pop), tutti i performer sfoderano voci potenti, perfettamente in linea con l’anima rock di questo spettacolo, così come l’intera ensemble sprigiona con elevata dinamicità l’intrinseca energia delle coreografie firmate da Gail Richardson.
Eppure, dal punto di vista della recitazione, si sarebbe potuto fare molto di più; infatti (quasi) tutti i performer risultano eccessivamente allineati, a livello interpretativo, al mood “Ga-Ga”. Il risultato? Voci pazzesche che cantano, ma allo stesso tempo, sembrano essersi dimenticati come si recita di fronte a un pubblico live.
Fanno eccezione Salvo Vinci, che, riesce a mantenere il personaggio di Galileo in adeguato equilibrio tra tenerezza e determinazione; Paolo Barillari, che nel passaggio dal ruolo di Brit a quello di Khashoggi, ci guadagna in capacità di persuasione e autoironia; e Claudio Zanelli, nuovo interprete di Brit, in grado di incarnare – con il suo personalissimo stile – l’autentico spirito libertario bohemian.
In definitiva, la nuova edizione di We Will Rock You è uno spettacolo di altissimo impatto visivo ed emozionale, che però tende a non sorprendere, cavalcando, forse in maniera eccessiva, l’onda del successo planetario del biopic campione d’incassi Bohemian Rhapsody.