Nato dalla mente di Claudio Fava, sceneggiatore de I cento passi, dal 3 al 13 novembre va in scena Mar del Plata al teatro Vittoria di Roma.
Sul palcoscenico Claudio Casadio, Giovanni Anzaldo, Fabio Bussotti, Andrea Paolotti, Tito Vittori, Edoardo Frullini, Fiorenzo Lo Presti, Giorgia Palmucci, Alessandro Patregnani e Guglielmo Poggi coordinati dalla regia di Giuseppe Marini.
“Mar del Plata“ racconta una storia vera, quella della squadra di rugby La Plata, un gruppo di ragazzi che alla fine degli anni ’70, nell’Argentina della dittatura dei colonnelli, venne decimato dalla ferocia dei militari di Videla.
Tutto ha inizio con il brutale assassinio di uno di loro, un giovane di diciassette anni sospettato di far parte dell’Unione degli Studenti.
I compagni di squadra decidono di dedicargli un minuto di silenzio prima della partita successiva ma, nonostante l’arbitro fischi l’inizio dell’incontro, i ragazzi rimangono ancora immobili, fieri e uniti per altri nove minuti. Quei dieci minuti di silenzio cambieranno per sempre le loro vite.
Tornato su argomenti che, purtroppo, conosce molto bene, Fava racconta nuovamente la violenza, la paura e l’indifferenza di un’Argentina umiliata e piegata ai voleri del potente di turno usando come sfondo una scenografia geniale che, grazie ad un uso eccellente delle luci, riesce a trasformarsi da un caldo e sicuro spogliatoio ad una fredda camera delle torture nella quale anche il pubblico riesce a sentirsi intrappolato assieme ai protagonisti.
L’influenza di Peppino Impastato
Protagonisti che, pregni dell’influenza del Peppino Impastato di Fava e della perfetta coordinazione di Marini, dimostrano un’energia quasi palpabile nella loro lotta contro un nemico invincibile e in grado di conoscere ogni loro azione.
A questo impeto giovanile caratterizzanti dei protagonisti più giovani si contrappongono i personaggi di Giovanni Ansaldo e Claudio Casadio, entrambi i personaggi inamovibili nel portare avanti i propri ideali, entrambi gli attori perfetti nei propri ruoli.
Il primo un allenatore siciliano fuggito con i genitori dalla propria terra propria per scappare dalla violenza della mafia, il secondo un impiegato statale riciclatosi come capitano dell’armata argentina per potersi finalmente vendicare di tutti i torti subiti nella vita grazie al potere ottenuto.
Sebbene tutto il corpo attoriale dimostri eccellenti capacità, ci sentiamo di fare un plauso particolare proprio a Claudio Casadio per la sua prestazione particolarmente ispirata che ci ha permesso di innamorarci del suo personaggio e di renderlo indimenticabile.
Con questo eccezionale spettacolo Fava torna quindi a tirare un pugno nello stomaco del proprio pubblico regalando, ancora una volta, una drammatica testimonianza della storia e della crudeltà dell’uomo.
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