Arriva al Teatro Quirino di Roma la commedia musicale Viktor und Viktoria con Veronica Pivetti nei panni della protagonista d’eccezione che sfoggia tutto il suo talento e la sua simpatia fuori dai generi!
Nel 1933 Reinhold Schünzel scrive e dirige un film dal titolo Viktor und Viktoria, commedia – con musiche – leggera e stuzzicante in cui una talentuosa cantante di varietà è costretta a farsi credere un uomo pur di trovare un ingaggio come vedette en travesti. Il travestimento e lo scambio dei sessi, tratti tipici delle farse e delle commedie (basti pensare a Beaumarchais-Da Ponte e alle loro Nozze di Figaro tanto per trovare un precedente illustre) qui strizzano l’occhio al clima di sfrenata libertà sessuale della Repubblica di Weimar che di lì a poco, anzi pochissimo, sarà censurato in via definitiva dall’incipiente Nazismo.
Stessa sorte toccherà alla giovane protagonista Renate Müller: rifiutando la collaborazione con il regime, morirà in circostanze misteriose nel 1937. Il film però riscuote un tale successo che già nel 1935 Victor Saville ne gira un remake dal titolo First a Girl. Anni dopo, siamo nel 1982, Julie Andrews vestirà i panni della protagonista in un’ulteriore versione pensata da Blake Edwards, molto più gaia e disinibita che giocherà sia sull’immaginario cinematografico e pittorico degli anni 30, ma anche e soprattutto sulla ritrovata libertà di espressione figlia delle rivoluzioni giovanili.
Tutto questo in Italia non c’è stato, almeno non al cinema, mentre in teatro si annoverano una trasposizione di Paolo Limiti con protagonista Sandro Massimini e un allestimento del musical con Paolo Ferrari e Matilde Brandi. Colpisce, assai piacevolmente, ancora di più questo Viktor und Viktoria così elegantemente incarnato dalla esilarante Veronica Pivetti.
Il testo di Giovanna Gra, pur traendo spunto dal film tedesco, è originale e scorrevolissimo, concepito senza troppi fronzoli, ma con un’idea spedita della drammaturgia e perfettamente aderente alle corde della protagonista. Non guasta il “link” assai azzeccato che accomuna certe ascese politiche nostrane, supportate dal web, con il regime nazista che nello stesso periodo era ancora in via di affermazione. Il salto improvviso fra antico e moderno non stride, anzi amplifica quello che altrimenti rischierebbe di restare un revival privo di legami con il presente. La regia di Emanuele Gamba è altrettanto agile e combina trovate sceniche efficaci in uno spazio spesso limitato dai numerosi cambi di scena.
La sua visione non forza mai la mano, ma si serve dei giusti effetti per offrire uno spettacolo esteticamente pregevole. Il merito è senza dubbio delle funzionali scene di Alessandro Chiti – un artista che riesce spesso a trovare la giusta chiave di lettura dello spettacolo, declinandone gli spazi dalla grande produzione agli allestimenti più essenziali –, ma anche degli sfavillanti costumi di Valter Azzini e delle luci soffuse ad opera di Alessandro Verazzi.
Un tocco originale è dato dalle musiche e dagli arrangiamenti di Maurizio Abeni, a cui un ensemble dal vivo avrebbe dato la giusta risonanza che le basi musicali, seppur incantevoli, non hanno concesso.
Perfetta nel ruolo è la protagonista, Veronica Pivetti, che per fisicità, simpatia, scioltezza scenica e per molte, moltissime altre doti sa far sorridere, riflettere ed emozionare con grande semplicità.
Accanto a lei spicca Giorgio Borghetti per la prestanza fisica e Yari Gugliucci per la verve comica, entrambi efficaci partner di scena che ne supportano al meglio le gag fisiche e l’ironia. Molto ben concepiti anche i personaggi di Pia Engleberth, eccentrica nobildonna, Roberta Cartocci, scanzonata ballerina, e Nicola Sorrenti, trasformista iperattivo.
Si esce dal teatro canticchiando le canzoni rivoluzionarie e pensando, anche, che le dittature – mediatiche o meno – possono affacciarsi in ogni momento storico: bisogna stare sempre con gli occhi aperti!
Viktor und Viktoria
5 – 17 febbraio
a.ArtistiAssociati / Pigra
VERONICA PIVETTI
VIKTOR UND VIKTORIA
commedia con musiche liberamente ispirata
all’omonimo film di Reinhold Schünzel
versione originale Giovanna Gra
regia EMANUELE GAMBA
con GIORGIO BORGHETTI YARI GUGLIUCCI
e con Pia Engleberth Roberta Cartocci Nicola Sorrenti
scene Alessandro Chiti
costumi Valter Azzini
luci Alessandro Verazzi