Non siamo ancora certi se dopo questo racconto su Cuba, non ci venga in mente di aprire anche una sezione dedicata ai viaggi. Ma di una cosa siamo sicuri, durante il nostro viaggio, che ci ha visto percorrere il Paese da sud al nord, ci siamo resi conto di essere stati testimoni di un grande cambiamento in atto. Non solo politico, conclusosi con la presidenza del primo non Castro da 70 anni con Miguel Díaz-Canel; ma anche culturale.

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Alcune delle cose presenti in questo racconto non le troverete nelle guide, per il semplice fatto che è in corso un cambiamento così rapido per cui questo stesso racconto potrebbe essere stravolto già tra qualche mese.

Questo diario di viaggio lo abbiamo diviso per argomenti: quello storico politico; questo che riguarda l’isola raccontata dai suoi abitanti, la struttura del nostro viaggio con le città che abbiamo visto e la parte che riguarda i consigli di carattere pratico.

 

Le cose che abbiamo imparato

Percorrendo, zaini in spalla, 1.932 km in 18 giorni, abbiamo imparato che a Cuba c’è sempre una soluzione. In più di un’occasione ci siamo trovati davanti a degli inconvenienti, e puntualmente con modi molto pratici, e a tratti ruspanti, ci venivano date le soluzioni.

Abbiamo conosciuto un Paese e un popolo con un grande orgoglio e una grande coscienza di sè. Ci siamo resi conto che qui la roba della parità di genere non è una faccenda su cui si chiacchiera: qui le donne comandano proprio. Dagli organi di governo alla vita quotidiana il ruolo della donna è decisivo.

In questi 18 giorni abbiamo riscoperto l’importanza della qualità del tempo da dedicare agli altri. Siamo stati senza internet e le cose che non sapevamo abbiamo dovuto chiederle alla gente, comprese le ricette dei piatti che ci sono piaciuti.

Alcuni racconti di come si vive a Cuba
Cuba
Infermiere e Bici Taxi

Lo stipendio di un infermiere che è di 24 cuc al mese (circa 20,00 euro). Come lo sappiamo? Perchè abbiamo conosciuto un infermiere che, elogiando il fatto che Cuba sia un paese sicuro, con un altissimo livello di scolarizzazione (è obbligatorio conseguire almeno il diploma), con sanità e scuola eccellenti e pubbliche, ci diceva che l’unico neo fosse il fatto che per i cubani gli stipendi sono troppo bassi. Per questo ha preso la licenza per guidare il bici taxi e con i turisti, fa in un giorno quello che guadagna in un mese come infermiere.

Poi abbiamo anche incontrato un giovane 27enne che guidava una Lada Niva del 1987 . Un’auto russa con il radiatore “más pequeño por Cuba” perchè progettato “por el frio” russo. Lui si guadagna da vivere appoggiandosi alle case particular, abitazioni simili al concetto di B&B.

Cuba
La Lada dell’87 e il radiatore troppo piccolo

Quando qualcuno che alloggia in una delle case particular, deve spostarsi per andare da qualche parte, il nostro amico viene contattato come autista. L’auto è di una società terza (dove lo Stato ovviamente ha la sua parte) e il 5% del prezzo del servizio lo prende l’autista. Il 50% allo Stato, il 45% alla società proprietaria della macchina russa progettata per un “frio” diverso.

Quindi andò così: dovevamo raggiungere la riserva di El Nicho. Zona Cinfuegos, parte centrale a ovest. Tra andare, tornare, giro nella riserva, bagno nelle piscine naturali, noi che siamo veloci, ci abbiamo messo qualcosa come 6 ore. Potevamo starci pure tutto il giorno. E lui con noi. Pagato 30 cuc (25 euro). Al nostro amico rimarranno in tasca euro 1,25.

Però Osvel è stato di un avviso diverso.

Osvel guida una Chrysler del 1948, bellissima, il motore però non è quello originale. Suo padre ha fatto la Revolucion e lui sa bene cosa era Cuba prima di Fidel. Ci racconta che il padre aveva un fratello ed erano così poveri che in due avevano un solo paio di pantaloni “buoni” che indossavano a turno. Poi si unirono ai Rivoluzionari, perché erano espressione della voce del popolo. Perché Fidel è uno del popolo. Ci racconta di essere diplomato presso una scuola tecnica, di aver preso la licenza per la guida del taxi particular e di essersi messo a lavorare nel turismo. Perché a Cuba “se puede“. Ci dice di non avere un soldo in tasca ma è contento di pagare le tasse.

Cuba
Osvel

Ha tre figli, con due donne diverse e che “tanto sanità e scuola sono gratuite”. La casa è sua mentre il terreno l’ha comprato dallo Stato a un prezzo agevolato. Dice che quello che guadagna gli basta per fare la spesa. Anzi si prende pena per noi, che facciamo i figli da vecchi perché siamo ricattati dal capitalismo. Noi che, i figli, non li abbiamo proprio gli abbiamo straziato il cuore.

Gli piace Putin anche se sa che è una figura controversa; si aspettava di più da Obama, Trump…”es loco”. Macron è uno scaltro perchè viene dalla finanza facendo finta di essere con il popolo; la Merkel è una che comanda. E l’Italia? Ci chiede. Qui inizia un dialogo surreale.

Noi: Eh, beh vedi noi abbiamo appena votato. Siamo partiti ed eravamo senza governo. Ma comunque si pensa a Di Maio o Salvini

Osvel: (faccia perplessa)

Noi: Di Maio o Salvini

Osvel: chi sono?

Noi balbettiamo qualcosa, poi ci viene in mente che in un posto dove non c’è internet, potrebbero non conoscerli. E infatti.

Osvel: (ci toglie dall’imbarazzo): Berlusconi (grida); Dinero (ride); Milan (sguardo di stima); Mujeres (ride tantissimo)

Poi c’è Lilia.

Lilia è la proprietaria di casa della nostra stanza a Cinfuegos.  Ci dice che un po’ di turismo in più anche a Cinfuegos ci vorrebbe. Che il Governo è molto scrupoloso nei confronti di chi affitta le case particular ai turisti. Proprio una sera un emissario del Governo lo abbiamo visto venire a ritirare una sorta di registro che viene compilato mensilmente.

Chi gestisce le case particular ha l’obbligo di registrare tutte le persone che riceve e il sistema di tassazione è comunque forfetario. Pagano un fisso al mese a prescindere dagli incassi. Quindi Lilia se un mese fa 30 ospiti paga tot; se un mese ne fa zero paga lo stesso tot.

Lilia sta facendo una serie di lavori dentro casa per migliorare l’accoglienza quindi vorrebbe un po’ di sicurezza sul futuro. Ha comprato delle piastrelle italiane per pavimentare un sottoscala che le “faceva disordine”. A causa dell’embargo acquistano tutto pagando il triplo. Ci raccontano che a prescindere dalle quantità i prezzi sono fissi, sia per un ordine di una confezione sia per cento. Ma Lilia e suo figlio sono fiduciosi. Come tutti i cubani.

Cuba
Lilia e suo figlio gestiscono una casa particular a Cinfuegos…sono meravigliosi

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