Presentata giovedì mattina al Modernist Bistrò di Trieste la nuova serie di appuntamenti di Vettori, progetto che riguarda artisti coinvolti in residenze artistiche nei territori, promosso da La Contrada-Teatro Stabile di Trieste, dal titolo “Equilibri instabili”. Vettori è reso possibile dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal MiC – Ministero della Cultura, in collaborazione con il Comune di Trieste.
Gli “equilibri instabili” di queste nuove residenze sono anche quelli tra le arti, che si contaminano e si ibridano in sei progetti inediti che troveranno casa e si evolveranno, ciascuno per due settimane
Cambio di gamba, cambio di registro
A presentare gli artisti coinvolti nel progetto Livia Amabilino, Presidentessa de La Contrada, alla presenza del primo artista che restituirà l’esperienza sul territorio dopo le due settimane di ricerca e sperimentazione, lo sloveno Enoj Gala.
Con il suo “Cambio di gamba/leg replacement”, il 12 Aprile gli spettatori si troveranno davanti non solo a un cambio di gamba ma a un cambio di peso, di registro.
Con Gala, che viene dal mondo della pittura, la marionetta e il Teatro di figura si mescolano alla danza. E ancora, alla scultura, in un’evoluzione del modo di muoversi.
Un mescolamento, insieme alla collega artista Elena Ajani, di linguaggi artistici diversi. Un intreccio e una connessione tra arti che caratterizzano quello che è il lavoro di ricerca e sperimentazione portato avanti nelle residenze. Un lavoro di cui spesso si sa molto poco perché per gli stessi artisti è un continuo divenire: qui infatti iniziano, continuano, o vengono portate a compimento, le loro idee artistiche che poi verranno restituite al pubblico in qualcosa che non si può definire uno spettacolo.
Le e gli artisti coinvolti
Non resta quindi che seguire i Vettori sui social e il sito del Teatro La Contrada, in attesa di scoprire i progetti di tutte e tutti le e gli artiste ed artisti coinvolte/i. Le Api Randagie (Mattia Bonetti e Davide Bonetti, Carlo Cerato); la pluripremiata Anagoor con il nuovo progetto sviluppato per l’occasione dal titolo “Polittico dell’infamia”; i “Dialoghi con l’arte” del Collettivo Yoy, il “Libro delle parole nuove” di Simone Corso e Jovana Malinarić e il “Se come il viso si mostrasse il core” di Giuseppe Muscarello.