Ancora per pochi giorni è possibile vedere al cinema un piccolo capolavoro del cinema nostrano. Vermiglio (2024), uscito nelle sale più di un mese fa continua a farsi conoscere fra il pubblico italiano e non solo.
Gran Premio della Giuria al Festival del Cinema di Venezia 2024, nonché film designato a rappresentare l’Italia agli Oscar 2024, è stato definito “un film di grande rigore capace di portare la poesia in immagini”, capace di “raccontare l’Italia rurale del passato, i cui sentimenti e temi vengono resi universali e attuali”.
Vermiglio racconta dell’ultimo anno della seconda guerra mondiale a Vermiglio in una grande famiglia e di come, con l’arrivo di un soldato rifugiato, essa perda la pace, nel momento stesso in cui il mondo ritrova la propria.
Un cast d’eccezione quello di Vermiglio, a partire dalla regia di Maura Delpero, a Martina Scrinzi nei panni della protagonista femminile, Lucia, fino a Giuseppe De Domenico (Attilio) e Tommaso Ragno (maestro Cesare). Orietta Notari è Zia Cesira, mentre Roberta Rovelli è Adele. Da segnalare soprattutto la presenza di molti attori alla loro prima esperienza cinematografica e l‘uso del dialetto solandro, per dare corpo e credibilità alle azioni e ai pensieri della gente che popola quella parte di mondo, luoghi in cui ancora oggi il dialetto prevale sull’italiano.
l paesaggio acustico dell’ambiente alpino (il film è stato girato in Trentino, nel comune di Vermiglio e nelle frazioni di Carciato e Comasine) regala tridimensionalità al racconto e lo rende ancora più reale, soprattutto grazie all’utilizzo della musica popolare alpina, che scandisce il ritmo dei riti della comunità vermigliana.
Molto bene sviluppato in questo film è soprattutto il tema della maternità, vissuto come momento di passaggio, strumento di emancipazione e cambiamento, ma anche come condizione di prigionia sistematica.