Tra gli eventi collaterali del Trieste Film Festival, che si è chiuso ieri, si è svolta anche una coraggiosa, interessante e arricchente riflessione sul ‘corpo’.
Non in termini anatomici ma di umanità. Mi riferisco al talk svoltosi giovedì sera al Cafè Rossetti tra Max Schiozzi (Cizerouno), Diletta Allegra Mazza ( Fotografa) e Antonella Nicosia (Arcigay Trieste Gorizia ONLUS).
UN PROGETTO DI VARCARE LA FRONTIERA
Varcare la frontiera si consolida come appuntamento dedicato all’analisi dei temi legati all’identità con una particolare attenzione ai contesti politici, sociali e culturali della contemporaneità.
Dopo i flussi di marea e l’attenzione sulle “sirene” quest’anno il tema è le atlantidi, nello specifico le identità sommerse.
All’interno di questo contesto si inserisce la mostra di Diletta Allegra Mazza Storia di D.
STORIA DI D.
Al Cavò di Via San Rocco infatti è stata accolta la mostra, un racconto per immagini del delicato percorso di transizione ginoandroide di D.
Un racconto che coglie con delicatezza e attenzione le più piccole sfumature di questo percorso (che per noi possono essere piccole ma per chi lo vive sono grandi cose).
Per quanto riguarda lo stile delle foto la scelta è precisa: mentre il colore disorienta lo spettatore, il bianco e nero costringe chi guarda a concentrarsi sull’immagine.
LA LEZIONE DI D.
A chi ha chiesto all’autrice cosa le abbia insegnato e cosa le insegni D., come autrice e come amica, la Mazza ha affermato
Mi ha insegnato il valore e la misura della normalità, mi ha insegnato che ciò che per molti è scontato, come guardarsi allo specchio, per molti altri è una conquista dopo anni di tormenti. Mi ha insegnato che ognuno di noi ha una storia e va rispettata.
Lo specchio è un elemento importante in questo percorso.
Particolare attenzione infatti è stata prestata all’allestimento di quel momento, come la decisione dell’uso del fuori fuoco che la aiuta a descrivere la difficoltà sia di D. a percepire la propria realtà che la percezione che gli altri hanno di te.
LA TESTIMONIANZA DI ANTONELLA NICOSIA, PRESIDENTE ARCIGAY TRIESTE E GORIZIA
Chi è passato personalmente per questi momenti è Antonella Nicosia, attualmente presidente di Arcigay di Trieste e Gorizia.
La Nicosia ha regalato una- a tratti commovente- testimonianza di quello che è stato il suo percorso di trasformazione.
Il coming out, avvenuto quando si era già creata una famiglia e aveva già un figlio, la spiegazione di ciò che sarebbe successo al figlio e alle altre persone.
Ecco, il passaggio forse più difficile per lei è stato proprio quello di “spiegazione” e di esposizione massima (con psicologi, assistenti sociali, psichiatri, genitori dei compagni di classe del figlio e maestre in primis) per poi poter tornare invisibili e ritrovare la “dignità del quotidiano: camminare per strada ad esempio.
Non rinnego il mio passato perché se oggi Antonella è quello che è, è merito di Antonio. Ma mi sono riconciliata con me stessa (e lo specchio!) solo il primo ottobre 2010 (giorno dell’operazione).
Io non ho scelto di cambiare sesso, ho scelto di vivere