È un emozionante cortometraggio l’ultimo lavoro di Claudio Proietti
Nove minuti sono bastati a Claudio Proietti per entrare nel cuore dello spettatore. L’autore, già noto per la sua eleganza di scrittura mostrata nei romanzi e spettacoli teatrali, mette la sua penna a disposizione di un cortometraggio girato lo scorso inverno: Unstoppable Soul.
Come spesso accade nelle storie raccontate dall’autore romano, anche Unstoppable Soul ruota attorno al tema dell’amore. Questa volta non si tratta dell’amore tra due ex fidanzati, come accadeva nella commedia romantica “E tu sei bellissima”, neppure nell’amore verso il prossimo raccontato nel penultimo romanzo “il Barbiere”. Questa volta al centro del racconto c’è la storia di “Micky e Rocky”, un padre e una figlia. Claudio Proietti, che firma anche la regia del corto, si cimenta nel racconto di un legame particolare, forse il più complesso e profondo dei rapporti umani.
Un incontro in riva al mare, in macchina, su una panchina, sul divano di casa. Luoghi familiari che fanno da cornice a confessioni, sfoghi, rivelazioni; posti che fanno da sfondo a dialoghi che si sovrappongono ma che fanno soprattutto da cornice ai sogni di lei l’“anima inarrestabile” da cui prende il titolo l’intero lavoro. Valeria Zazzaretta interpreta magistralmente una giovane donna in balia di paure, ma forse la parte più difficile sta nell’interpretare una figlia che non si dà pace. Lui, a cui uno straordinario Duccio Camerini presta il volto, è un carabiniere che lavora come scorta, “quella scorta”. Un uomo che ha messo al primo posto l’amore per il suo lavoro, una vocazione che ha pagato a caro prezzo.
Proietti affronta con rispetto un tema particolarmente delicato. Complice l’ottima fotografia di Fabio Lanciotti e le musiche curate dalla Flipper Edizioni Musicali, l’autore è riuscito a rintracciare gli aspetti più intimi e le sfumature più impercettibili della personalità dei due protagonisti; personaggi che spesso non balzano agli onori della cronaca e che invece ci restituiscono una descrizione vera di due vite spezzate per mano della criminalità. Unstoppable Soul non è “solo” un cortometraggio ma un viaggio introspettivo nell’animo di chi questo lavoro lo ha realizzato e di chi ne fruirà. Dopo aver visto il corto non si può restare indifferenti, impossibile non porsi domande. Impossibile, soprattutto, non pretendere risposte da se stessi o dalle Istituzioni.
Un lavoro che siamo certi conquisterà consensi; un corto nato affinché storie dolorose come quella narrata non facciano parte solo del passato ma diventino costante riferimento di impegno nell’oggi e nel domani dell’intera collettività. Una storia ben scritta, splendidamente diretta, raccontata per non dimenticare.