C’è un filo rosso che lega Link, Premio Luchetta Incontra di Trieste, e le bambine e i bambini.

Non solo l’obiettivo principale ed originario della Fondazione Luchetta e del Premio stesso: aiutare le bambine e i bambini in difficoltà, dalle zone di guerra a tutti gli altri tipi di difficoltà.

Questo filo rosso si riannoda ogni anno, con la fiducia reciproca con l’Unicef, sempre al fianco delle bambine e dei bambini in tutti gli angoli del mondo.

Il Premio Unicef a Marco Tarquinio, direttore di Avvenire

Un primo, importante, momento di riflessione e di attenzione sulle situazioni che vivono bambine e bambini in diverse parti del mondo si è svolto proprio sabato, durante la seconda giornata di Link, durante la consegna del Premio Unicef a Marco Tarquinio da parte di Carmela Pace e Andrea Iacomini (rispettivamente Presidente e Portavoce di Unicef Italia).

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Iacomini e Tarquinio hanno poi dialogato con Fabiana Martini, giornalista di Articolo Ventuno, su cosa il buon giornalismo possa fare.

Un buon giornalismo che, con passione,- dimostrata anche da Tarquinio nell’argomentare durante il suo intervento-, non spenga mai i riflettori posti sulle piccole e i piccoli.

Una scelta editoriale ben precisa, che include la possibilità di far scendere in campo, in sicurezza, giornaliste e giornalisti, per raccontarlo.

Un esempio su tutti è quello di Nello Scavo, che per poter raccontare ai lettori ciò che succede viene minacciato ed è attualmente è sotto scorta.

Una responsabilità che sta tutta al direttore e alla fiducia e alla libertà accordata dal lettore.

Nello Scavo fa un giornalismo coraggioso, di qualità, profondo

Il legame tra Unicef, sostenibilità e musica

Tutte e tutti conoscono il maestro Peppe Vessicchio: se lo chiedessi a una platea di cento persone, nessuno alzerebbe la mano per affermare il contrario.

Pochi però sanno che il Maestro Vessicchio è un ambasciatore dell’Unicef; con lui, con Paolo Rozera (Direttore dell’Unicef) e Giuseppe Magro (Ingegnere e Presidente di IAIA, Associazione Italiana Impatto Ambientale).

Con i tre sopra citati ha dialogato, di musica, vera sostenibilità (non solo dichiarata) e del potere della musica,  la giornalista del “Caffè di Raiuno” Roberta Ammendola.

Partendo dal presupposto che la musica ha sempre unito le persone, al di là di lingue e provenienze diverse, stabilendo dei contatti diretti di accordo e piacevolezza; è importante sottolineare come essa leghi in modo profondo e quasi spirituale, come afferma Vessicchio.

Nel dibattito si è indagata la musica nel suo essere per tutti e nella sua capacità formativa: dobbiamo restituire, quindi, la sua importanza per la comunità.

Potere formativo della musica che vale e si può applicare e riconoscere in qualsiasi luogo del mondo ed è integrato al potere sociale, nella misura della modifica di alcuni comportamenti sociali.

Una musica che può, non da sola, però anche contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale; questo anche attraverso dei progetti attivati con volontari del territorio e alcuni professori universitari.

L’auspicio è che

la musica possa entrare in sempre più scuole e classi, nella forma più adatta per poter far vivere i giovani di essa.

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