Al Politeama Rossetti di Trieste ha debuttato lo scorso giovedì, per rimanere in scena fino a domenica per questa prima tranche,- sì ne seguirà un’altra a gennaio-, “Valzer per un mentalista” con Vanni De Luca, Romina Colbasso e Andrea Germani.
Valzer per un mentalista è sicuramente un’esperienza mai tentata prima a livello teatrale e una prova superata con successo.
Tanto che a una settimana dalla prima visione risulta ancora difficile decifrare e spiegare a parole ciò che si è visto.
Questo grazie anche alla collaborazione inedita e visionaria tra due delle menti creative degli Oblivion, Davide Calabrese e Fabio Vagnarelli, che hanno deciso di produrre questa novità puntando su un cavallo vincente, e Marco Lorenzi (regista) che contribuisce con la sua capacità di osare e di guardare oltre allo rappresentazione in sé ma al pubblico.
Chi scrive è riuscita a partecipare anche a una prova aperta nei primi momenti dell’allestimento dello spettacolo e, pur essendosi fatta un’idea dello spettacolo ha ritrovato alla prima, uno scena stravolta e diversa ma fedele all’idea di massima emersa già dalle prime prove.
Un cavallo vincente, sì perché Vanni De Luca è una scommessa che si rivela sempre vincente.
Anche quando, come in questo caso, si muove in un terreno da lui lontano: quello della recitazione.
Per chi conosce il De Luca mnemonista e mentalista qui troverà un’altra sfaccettatura possibile della sua professione.
Valzer per un mentalista non è un ‘semplice’ spettacolo di magia e neanche un mero esercizio di prosa. È sperimentazione nella sperimentazione che porta lo spettatore in un periodo anch’esso di sperimentazione.
Nemo, Edi e Martha
Nemo (Vanni), il protagonista è rinchiuso nel frenocomio di Trieste poiché vive in un mondo tutto suo a causa della perdita di memoria.
In suo soccorso arriva la dottoressa Bernard che cerca di aiutare a ritrovare la sua identità affidandosi a quella che ai tempi in cui è ambientata la vicenda era un’assoluta novità ancora senza riscontri positivi documentati: lo sviluppo della psicanalisi portato avanti da Sigmund Freud.
La dottoressa Bernard è interpretata da Romina Colbasso, giovane attrice della compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
La Colbasso è il giusto contraltare, positivo e delicato, della figura di Edi, interpretato da Andrea Germani, anch’esso componente della compagnia.
Edi è il compagno di stanza di Nemo, nemesi e alterego che continua nell’insistere nella convinzione che la condizione di Nemo sia irreversibile.
Figura inquietante e sopra le righe, più volte farà sobbalzare più volte dalla sedia.
Anche perché in fondo in fondo Edi ci mette di fronte al confine sottile fra l’incoraggiare la genialità e lo sfruttamento di essa.
In ogni caso lo spettatore uscirà dalla sala cambiato rispetto a quando ci ha messo piede, se non altro per la riflessione davanti alla quale ci pone Valzer per mentalista.
Nemo ci ricorda quanto la memoria non sia solo una questione riguardante date, ricordi e avvenimenti ma sia parte della nostra identità e della sua formazione.
Cosa saremmo noi esseri umani senza la nostra identità?