Tempo di partenza di stagioni e ieri 14 ottobre, il Teatro Stabile Sloveno ha aperto la stagione con una produzione ospite dello Stabile di Maribor. In scena Scandalo nella valle di San Floriano per la regia di Janusz Kica.
Il Teatro Stabile Sloveno, apre la sua stagione 2017/2018 con un testo di Ivan Cankar; autore sloveno considerato tra i più importanti nella letteratura a cavallo tra la fine dell’ Ottocento ed i primi del Novecento.
Cankar è un autore che si è concentrato molto nelle sue produzioni su vere e proprie riflessioni sugli aspetti sociologici che condizionano le comunità.
Dalle ipocrisie ai condizionamenti bigotti, dall’assenza di sensibilità politica alle pulsioni represse.
Tutto affrontato da Cankar in chiave sarcastica ed ironica, come nell’allestimento de Scandalo nella valle di San Floriano con la regia del polacco Janusz Kica.
In un tranquillo paesino, all’improvviso comincia a serpeggiare il pettegolezzo dell’arrivo di una “scandalosa” situazione, un artista.
Figura, quella dell’artista, che porta con se’ tutta una serie di idee, fantasie e leggende, che secondo dicerie archetipiche, lo vogliono fannullone; istigatore ai facili costumi e con una vita piena di comportamenti lascivi.
Via via nel dramma di Cankar, ci si rende conto di come tali fantasie si alimentino proprio attraverso le perversioni represse degli stessi abitanti della valle.
Nella storia si materializza il Diavolo, pronto a condurre verso l’Inferno Eterno, gli abitanti di San Floriano. Ma la società di Cankar è talmente già corrotta di suo, che il Diavolo in persona rimarrà sorpreso e quasi sconfitto.
Senza spazio e senza tempo
L’allestimento è sobrio ed essenziale. Tutto lascia spazio alla caratterizzazione dei personaggi, spesso estremi e surreali.
Per noi che siamo un po’ fissati con le serie TV, all’apertura del sipario, alla vista della toilette “pubblica” la mente è subito volata a Mad Men.
Capiamo subito che la storia che stiamo per vedere è la Valle di San Floriano, ma potrebbe essere Manhattan o ovunque, il punto è che si tratta dello specchio di una società corrotta.
Una società che ha fatto delle sovrastrutture delle vere prigioni. Nutrita di ipocrisie che hanno creato degli esseri repressi. Peggiori del peggio di cui hanno cercato di “difendersi”.
Diretti da Janusz Kica, in scena Benjamin Krnetić, Nika Rozman, Peter Boštjančič, Ksenija Mišič, Kristijan Ostanek, Mirjana Šajinović, Mateja Pucko, Jurij Drevenšek, Eva Kraš, Matija Stipanič, Maša Žilavec, Davor Herga, Viktor Meglič / Nejc Ropret, Aleš Valič.
In scena ancora oggi alle 16 al Teatro Stabile Sloveno.