L’Off Off Theatre di Via Giulia ospita la prima romana di “Bambola, La strada di Nicola” di Paolo Vanacore diretto e interpretato da Gianni De Feo, uno spettacolo dedicato a Patty Pravo che resta in scena fino al 6 marzo.
Forse le canzoni hanno influenzato la storia drammatizzata di Nicola/Bambola o forse questa nasce fondendosi con naturalezza alle melodie e ai testi di brani indimenticabili. Poco importa, la carrellata di immagini e sensanzioni che vengono evocate riallacciano il sottile filo di una memoria spezzata, un po’ per colpa del Covid, un po’ dalla superficiale corsa del presente, un po’ dalla storia di una Comunità che tende a dimenticare parti di sé, quasi a demonizzarle. Queste suggestioni accompagnano il pubblico in un viaggio indietro nel tempo: dalle rivendicazioni femministe di una madre complessa, ai marciapiedi di una Roma pittoresca, quasi felliniana, e illuminata da una luna di carta, dalle rimembranze degli sguardi paterni fino alle rivelazioni brutali di una realtà fittizia e, forse, impossibile. Una storia densa e, a tratti, incoerente, che è resa straniante e poetica grazie alla figura plastica e mutevole dell’interprete e regista. Il finale spiazza, ma anche raddrizza il tiro di una drammaturgia apparentemente sbilenca e sembra tirare in ballo Almodóvar e la sua torera Lydia González.
Gianni De Feo è il deus ex machina di questo racconto. Deus perché trasforma il materiale umano che l’autore gli affida in qualcosa di altro, di lontano dal quotidiano, divino appunto. Ex machina perché compie il miracolo della catarsi attraverso l’utilizzo di mezzi tecnici, per certi versi esterni a sé, che però scavano a rivelare le profondità del suo approccio attoriale, artifex sì, ma anche anima. Il trucco, gli abiti e le movenze fanno di lui una figura estranea al tempo, sospesa anch’essa come la luna e, quasi, eterna. I personaggi sembrano passare attorno a lui, soffermarsi, distrattamente, poi fluire altrove lasciando l’impressione di un universo pieno di facce, mani, corpi, tutti concentrati in una sola entità: la sua. Non scompone il suo timbro virile neppure quando veste i panni di Bambola, ma adatta la parola, la pausa, la melodia a sé, per restare padrone della situazione, per raccontare gli eventi senza perdersi nel flusso emotivo. A volte sembra una Laura Betti scomposta e volgare, altre un risentito Vinicio Diamanti, oppure un irriverente Paolo Poli, pungente e amaro: attraversa anch’essi, miti indimenticabili di storie dimenticate, così come fa con la tradizione del teatro-canzone che, a volte, è stata ingiustamente sottovalutata, come fosse un genere minore. Ma Gianni De Feo ci dimostra il contrario.
Lo spazio in cui si svolge l’azione è un non-luogo delicato e sognante, pieno di scatole-contenitori decorate che fanno il paio con i fantasiosi abiti di Roberto Rinaldi con cui Gianni De Feo dà i contorni alle sue creature. Uno spazio scenico e plastico che accompagna lo spettatore verso il fondo su cui troneggia un albero stilizzato e luminoso, simbolo della vita e delle sue scelte, a volte mancate come i rami tronchi, a volte fiorite e felici. Ma in fondo la felicità si nasconde anche nell’invenzione più consolante, la stessa che Nicola/Bambola ci svela alla fine e che vola via “con il tempo”.
Infine, non può mancare una nota di entusiasmo per le musiche e gli arrangiamenti di Alessandro Panatteri che hanno dato agli interventi musicali la giusta profondità, sottolineando con semplicità ed efficacia i testi e restituendo la bellezza delle melodie di canzoni immortali.
Off Off Theatre
1-6 marzo 2022
Bambola
La strada di Nicola
Uno spettacolo musicale
diretto e interpretato da Gianni De Feo
di Paolo Vanacore
musiche originali e arrangiamenti
Alessandro Panatteri
scene e costumi Roberto Rinaldi
foto e grafica Manuela Giusto