Al Teatro Santa Giulia di Torino, Gian Carlo Fantò ha presentato la sua nuova commedia: “Tu chi sei”? , un testo nel quale viene affrontato, in toni agrodolci, il delicato tema della convivenza con il morbo di Alzheimer.

Una storia d’amore imperfetta, di quelle che fanno male, ma dalla quale i protagonisti continuano a lasciarsi coinvolgere, nonostante la malattia.

Gian Carlo Fantò interpreta Massimiliano, un brillante architetto, affetto dai primi segni (irreversibili) dell’Alzheimer. Una malattia che l’attore e regista ha cercato di comprendere al meglio, soprattutto nell’infinità gamma di sguardi e piccoli gesti, utilizzando con disinvoltura il linguaggio non verbale, per restituire al pubblico il senso di quotidiano spaesamento che questa malattia provoca in chi ne viene colpito, ma ancora di più nelle persone che scelgono di restare al malato.

- Advertisement -

Patrizia Driusso, nei panni di Lucrezia, moglie inconsapevole e tradita, è l’emblema di quell’amore tanto devoto quanto imperfetto, che evolve in un percorso che attraversa (parallelamente a suo marito) varie fasi (dal disorientamento, al rifiuto fino alla amara consapevolezza), sempre sostenute da una profonda e convinta dedizione verso la vita coniugale.

Ad affiancare la coppia, due personaggi che risultano esplosivi nella loro antieroica ambiguità: Paolo (Giulio Liberati), l’amico di sempre, sciupafemmine  per vocazione, e Francesca (Antonella Menzato), il cui ritorno da Parigi destabilizza non poco l’equilibrio della coppia formata da Massimiliano e Lucrezia, rinsaldandone al tempo stesso l’unione.

Gian Carlo Fantò

A dispensare qualche piccolo consiglio per tutti c’è Martina Bracali, nel ruolo della dottoressa responsabile della struttura dove si trova in cura il protagonista. Anche per lei, che sembra destinata a trascorrere un’esistenza opaca, interamente dedicata al lavoro, arriverà il momento di mettere in discussione le proprie certezze, soprattutto grazie al goffo corteggiamento da parte di Paolo.

La semplice scenografia, composta da un tavolo, poche sedie una libreria e un attaccapanni rende adeguatamente l’idea del luogo dove agiscono i protagonisti, ovvero una struttura di lungodegenza specializzata nella cura dell’Alzheimer.

La commedia affronta temi seri, non rinunciando comunque a un ritmo sostenuto; un apprezzamento particolare va, infine, alle melanconiche note del cantautore e chitarrista francese Francis Cabrel, scelte in maniera davvero azzeccata come colonna sonora dello spettacolo.

- Advertisement -

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.