Dal 13 al 17 ottobre il teatro Hangar di Trieste accoglie “Trip”, l’innovativa rivisitazione della Commedia di Dante
Con Trip veniamo subito catapultati in un passato lontano. No, non quello di Dante, dei guelfi e dei ghibellini. Parliamo invece di un passato più recente, quello in cui ancora si andava a ballare in discoteca. Ed è in discoteca che incontriamo il nostro protagonista Mirko. Mirko balla, poi si rifugia in bagno preso da un improvviso malore e sviene. Qui comincia il suo viaggio fatto di visioni, musica, luci stroboscopiche ed eccezionali personaggi.
Trip è uno spettacolo di e con Marco Palazzoni, accompagnato da Elena Delithanassis come aiuto-regista. Si tratta di una rivisitazione innovativa della Divina Commedia all’insegna della contaminazione. Come una moderna Alice caduta nella buca del Bianconiglio, così Mirko si addentra nei gironi infernali della Divina Commedia. Mirko è Dante, sente le sue angosce e declama i suoi versi, ma non solo.
Attraverso il nostro protagonista incontriamo alcune grandi figure della Commedia dantesca. Virgilio, Minosse, Francesca, Pier de la Vigna, Brunetto Latini, Ulisse, il conte Ugolino, queste le voci che sgorgano da Mirko.
Voci che vengono accompagnate da musica, effetti audio e visivi che di volta in volta rafforzano l’atmosfera dell’episodio che stiamo vivendo. E tutto ciò grazie alle proiezioni live di Francesco Scarel e alle sonorizzazioni di Mattia Piani. Proviamo insieme a Mirko l’angoscia dei dannati, lo smarrimento del poeta, l’abiezione umana che si fa poesia. È meraviglioso notare ancora una volta come i versi danteschi si adattino splendidamente al palcoscenico teatrale.
Molta attenzione viene data all’elemento fisico della rappresentazione, anche grazie all’attento studio delle coreografie da parte di Sara Tylor. Inoltre, grande è il fascino della metafora all’interno dello spettacolo. Uno dei tanti esempi è la presenza di tre triangoli bianchi sul fondo della sala.
Nella cultura cristiana il triangolo è una figura pregna di significati. In questo caso si tratta di triangoli equilateri con il vertice rivolto verso il basso.
Ciò simboleggia la natura umana di Cristo. Inoltre i triangoli sono sormontati da specchi che riflettono l’immagine di Mirko. Specchi che, iniziato il viaggio nell’aldilà, vengono sostituiti da pannelli. Su di essi sono proiettate le immagini che accompagnano ogni canto e solo dopo che Mirko torna in sé, anch’essi riprendono la loro forma originaria.
Sembra quindi che gli specchi rappresentino l’identità di Mirko che viene abbandonata per far spazio ai personaggi danteschi. E i triangoli, presenti durante tutto lo spettacolo, potrebbero simboleggiare l’umanità di Dante e dei suoi compagni d’avventura.