“Trappola per topi” di Agatha Christie, uno dei capolavori della “regina del giallo”, tiene banco a Londra da ben 70 anni, dimostrando di essere un classico da record, una sorta di “arzilla vecchierella” che non ha nessuna intenzione di andare in pensione.

Il segreto del suo successo sta nell’ineguagliabile maestria di una penna efficace, mai ripetitiva e incredibilmente sorprendente. Agatha Christie è una colonna portante di questo genere: nei suoi racconti non c’è trama che si ripeta, non c’è trucco che non sia stato svelato e sviscerato.

La scelta di affidarsi ad un testo di impareggiabile successo, nella nuova traduzione di Edoardo Erba, sembrerebbe una mossa troppo prevedibile da parte del regista Giorgio Gallione. Eppure, come non c’è nulla di prevedibile nella drammaturgia di Christie, anche Gallione capovolge completamente le nostre aspettative, liberando dalla trappola dei cliché interpretativi l’estro degli attori in scena.

Come lo stesso regista afferma: «Ora tocca a noi, “Trappola per topi” ha un plot ferreo ed incalzante, è impregnata di suspense ed ironia, ed è abitata da personaggi che non sono mai solo silhouette o stereotipi di genere, ma creature bizzarre ed ambigue.

Credo che i personaggi di “Trappola” nascano ovviamente nella loro epoca, ma siano vivi e rappresentabili oggi, perché i conflitti, le ferite esistenziali, i segreti che ognuno di loro esplicita o nasconde sono quelli dell’uomo contemporaneo, dell’io diviso, della pazzia inconsapevole».

Mentre sorridiamo dell’esuberanza dei personaggi, attraverso un’ironia tagliente come l’arma dell’assassino, scende un brivido lungo la schiena al pensiero che tra di loro si possa nascondere il colpevole.

Lo spettatore vaga in una tormenta di dubbi, macchinazioni e sospetti che sembra riprodurre la tempesta di neve che ha bloccato tutti i personaggi nella locanda del cacciatore, dove si consumerà un altro delitto, oltre a quello che ha già coinvolto una povera anziana signora nei pressi di Londra.

Anche la scelta del protagonista, Lodo Guenzi, uno dei fondatori del gruppo musicale “Lo Stato sociale”, assolutamente imprevidibile nella sua poliedricità, è una scelta mirata, come spiega lo stesso Gallione:

“In ciò, la scelta di Lodo Guenzi come protagonista è emblematica, una promessa di imprevidibilità e insieme di esattezza. Come sempre: metodo e follia”.

Ci sono tutti gli elementi per rimanere intrappolati in un gioco scenico e drammaturgico che non invecchia mai e che, anzi, ritrova un respiro contemporaneo nella versione di Gallione.

“Trappola per topi” sarà in scena dal 10 al 13 novembre al Politeama Rossetti, non perdetelo!

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