“Attraverso il volto. Autoritratti dalle collezioni del Museo Revoltella” è la nuova mostra ospitata alla galleria d’arte moderna di Trieste.

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L‘autoritratto è un genere di opera piuttosto comune: tutti gli artisti, dai più noti ai meno conosciuti, si sono prima o poi ritratti con lo scopo di lasciare una traccia personale del loro volto. Il più delle volte lo fanno in modo esplicito – è il caso degli autoritratti esposti in questa mostra – altre nascondendosi nel dipinto, camuffandosi tra i personaggi. 

Una delle sale dedicata alla mostra.

Una particolare collezione di autoritratti.

Il Museo Revoltella può vantare un’eccezionale collezione di ben centoventi dipinti nei quali importanti artisti, per lo più locali, si ritraggono apertamente. Parte importante di queste opere ha una storia particolare: 

Nel 1958, il triestino Roberto Hausbrandt – uno dei più noti industriali del caffè in Italia – decise di donare al Museo Revoltella una collezione di quarantacinque autoritratti acquistata da Luigi Devetti, gestore di una famosa trattoria in città sita in via del Toro e frequentata fin dagli anni Venti dagli artisti locali. I quadri venivano ceduti spesso in cambio di un buon pasto” spiega la curatrice della mostra Susanna Gregorat, “e in seguito, Hausbrandt acquistò altri quattordici autoritratti che donò al museo negli anni successivi, inserendo così ulteriori importanti pezzi nella collezione originaria”.

Il progetto di mostra

I sessanta autoritratti già proprietà dell’imprenditore rappresentano esattamente la metà dell’intera collezione di questo genere ritrattistico di proprietà del Museo: a questi, nel 2011, è stata dedicata una mostra di grande rilievo mentre, grazie al progetto espositivo in corso, si è potuto valorizzare in l’altra metà delle opere che, in gran parte, risultano essere inedite e vedono protagonisti i più importanti artisti della scena triestina. Tra questi lavori si disgiungono sette autoritratti facenti parte della donazione, effettuata nel 1972, dal colonnello Antonio Fonda Savio, consorte di Letizia Svevo, genero dello scrittore Italo Svevo.

La mostra fa parte del più ampio e articolato progetto espositivo avviato negli ultimi mesi dall’ERPAC FVG e dedicato al tema del ritratto e dell’autoritratto d’artista: questa esposizione è infatti la quarta iniziativa che segue le mostre organizzate al Magazzino delle Idee di Trieste, alla Galleria Regionale d’Arte contemporanea “Luigi Spazzapan” di Gradisca d’Isonzo e a Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia. 

Le opere in mostra

La prima opera di questa tipologia e arrivata al museo solo ben 12 anni dopo la sua fondazione, esattamente nel 1884, è l’autoritratto di Cesare dell’Acqua: un’opera di un tratto modernissimo, nel quale spiccano i particolari occhiali che indossa l’artista e la forma della tela – rotonda – e che risalta nell’esposizione grazie alla sua decorata cornice”, racconta Susanna Gregorat.

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Cesare dell’Acqua
(Pirano 1821 – Bruxelles 1905)
Autoritratto,
1851

Diverse sono le tipologie di opere esposte: vi ritroviamo sculture come quelle di Ruggero Rovan normalmente presenti nella sezione del museo dove viene ricostruito l’atelier dello scultore e dove, forse, passano quasi inosservate ma in mostra viene a loro dato finalmente maggior risalto, opere grafiche e pittoriche. Si diversificano però anche per stili in quanto l’arco temporale in cui si inseriscono si estende dal 1840, anno di realizzazione dell’ammiccante Autoritratto di Giuseppe Tominz, anche primo conservatore del Museo Revoltella, fino ad arrivare alla metà degli anni Settanta del Novecento, con la delicatissima acquatinta della ‘magnetica’ Leonor Fini.

a sx: Bruno Croatto (Trieste 1875 – Roma 1948), Autoritratto, 1931
a dx: Franco Cernivez (Trieste 1876 – 1923), Autoritratto, 1913

L’autoritratto di Bruno Croatto, che è stato scelto come immagine guida della mostra, con la sua potenza espressiva e la forza del suo tratto, è stato accostato ad un autoritratto del tutto inedito di Franco Cernivez, ambientato in un luogo all’aperto, con alle spalle un mare buio, al contrario dei suoi colleghi che erano soliti ritrarsi nei loro studi o comunque al chiuso; e proprio di fronte sono esposti due autoritratti di Piero Marussig che mostrano la sua evoluzione stilistica.

Nell’ultima sala si distinguono in modo particolare un audace autoritratto, datato 1938, che vede nel suo atelier la pittrice Felicita Frai, amica inseparabile di Leonor Fini e Autoritratto con la moglie di Enrico Fonda probabilmente ambientato in un paese istriano a lui caro, facente parte della donazione Antonio Fonda Savio.

In mostra non mancano gli altri molto ben conosciuti artisti del panorama locale, quali Umberto Veruda, Arturo Fittke, Giuseppe Barison, Silva Bernt, Cesare Sofianopulo, e a questi si accostano le figure di artisti locali meno noti al pubblico, come Francesco Guerrini, Edoardo Variano e Riccardo Carniel

Presenti anche artisti ‘forestieri’ come il toscano Enrico Sacchetti, il lombardo Giuseppe Novello e il napoletano Vincenzo Gemito di cui viene esposto per la prima volta un incisivo Autoritratto a penna e matita, decisamente avvincente per la sua espressività.

Vincenzo Gemito
Autoritratto
penna e tempera su carta
290×215 mm
inv. 690, Museo Revoltella – Galleria d’arte modera, Trieste
(Archivio fotografico del Museo Revoltella)
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