di Alessandro Giglio
Il Marc’Aurelio Acting Award quest’anno va a Tomas Milian e all’ora di pranzo in Sala Petrassi presso l’Auditorium Parco della Musica, c’è stata la conferenza stampa che lo ha visto protagonista.
Gli 82 anni dell’attore statunitense (nato a Cuba ma con nazionalità anche italiana) si notano ahimè, e non solo per l’andatura claudicante.
Proprio in questi giorni è uscita la sua biografia “Monnezza amore mio” e l’attore ha ribadito come per conoscere certi particolari della sua vita tutto fosse già li nero su bianco!
“Ho iniziato a pensare di voler far cinema dopo aver visto James Dean nella Valle dell’Eden. Il suo rapporto col padre nella finzione mi ricordava il mio. Non l’ho mai amato mio padre, era un padre violento, duro e che comandava a bacchetta”.
Fino ad una certa età avevo fatto la “bella vita”, ristoranti alla moda, tintarella in spiaggia e club esclusivi. La mia famiglia era agiata. Ma fortunatamente mia zia mi aprì gli occhi: “Che personaggio vai a fare al cinema? Tu devi sapere cosa deve fare un uomo comune per portare da mangiare a casa”. Io non ci avevo neanche mai pensato. Fu lei a pagarmi la scuola a Miami affinchè imparassi bene la lingua.
Mi iscrissi all’Actors Studio di Lee Strasberg. Tra quei tremila aspiranti americani c’era un cubano con l’accento. Scelsi la scena di un “Home of the Brave” di Arthur Laurents in cui il protagonista diventa paralitico in guerra. Il suo miglior amico muore in trincea a fianco a lui, cosa che abbinavo alla scomparsa di mio padre quando si suicidò con un colpo di pistola e io avevo appena 12 anni. Invece di fare l’uomo di colore come nell’originale, lo feci portoricano, e lo feci benissimo. Io lo so quando lavoro bene! Vinsi quell’audizione e all’esame finale fui accettato insieme ad altre due persone.
Che impressione le fa essere tornato a Roma?
“La mia resurrezione!”
La conferenza stampa malgrado Milian abbia voglia di raccontarsi, dura davvero un attimo e non c’è tempo neppure di ripercorrere la “carriera italiana” che lo ha visto lavorare al fianco di mostri sacri del nostro cinema come Visconti, Pasolini, Maselli dopo l’esordio al Festival di due Mondi di Spoleto nella commedia di Jean Cocteau “ Il poeta e la musa” diretta in quella occasione da Zeffirelli.
Per queste ed altre curiosità vi segnaliamo l’incontro con il pubblico di domani 17 ottobre in Sala Petrassi alle ore 16.30. Ingresso 8 euro.