Il cinema tedesco torna a far parlare di sé e conclude la terza giornata del Festival Internazionale del Film di Roma con Die Lügen der Sieger (The lies of the victors) di Christoph Hochhäuslerl.

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Proiettato al cinema Barberini, la pellicola vede come protagonista Fabian Groys, un giornalista tedesco impegnato in un caso di corruzione all’interno dell’esercito.
Affiancato da una stagista del “Die Woche” (La Settimana), il giornale per cui lavora, comincia ad investigare sul misterioso suicidio di un militare oramai in congedo, impegnato ora in una discarica di rifiuti tossici, e sul collegamento tra l’uomo ed una quasi sconosciuta compagnia di riciclaggio.
Lentamente riusciranno a scoprire che la morte del veterano non è che la punta dell’iceberg di un sistema corrotto e malato che, sfruttando le varie direttive europee, punta alla conquista del mercato delle armi da guerra e dei rifiuti tossici.

Con una storia sicuramente intrigante, Hochhäuslerl punta coraggiosamente il dito contro l’eccessivo potere economico che la Germania sta ottenendo negli ultimi anni. Mostrando i segni della corruzione lì dove crediamo non possano esistere, il regista denuncia i politici tedeschi e la loro tendenza a ricercare l’egemonia su tutta l’Europa anche a scapito delle vite umane.

Un simile messaggio ed un tipo di regia ben studiata, fatta più di movimenti su carrello che su tagli del montaggio, purtroppo ottengono solo l’effetto di far spiccare ancora di più i cliché che governano i personaggi e la storia in generale, finale a parte.
Non esistono veri e propri colpi di scena per via della loro prevedibilità e le relazioni che si andranno a stabilire tra i vari protagonisti sono fin troppo ovvii.

Stesso discorso per il carattere di Groys e della sua assistente. Lui giornalista di successo e di bello aspetto che, sorpresa, è afflitto dal demone del gioco e per questo è pronto a buttare al vento anche la propria dignità. Lei stagista arrivata da poco, all’inizio odierà Groys e mostrerà segni di inesperienza ed insicurezza. In poco tempo svilupperà un carattere forte e svilupperà il rapporto con il proprio collega.
Tutto fin troppo scontato per poter realmente affascinare lo spettatore.

Nonostante questo, “The lies of the victors” rimane un prodotto interessante e degno di essere visto grazie al messaggio di denuncia di Hochhäuslerl contro la classe dirigente tedesca.

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