Mimi- clown: divertenti, commoventi e coinvolgenti; questo e moltissimo altro sono i Semianyki con il loro spettacolo The Family, in giro per il mondo già da un po’ e ieri e oggi in scena al Politeama Rossetti.

Prima di iniziare a parlare di The Family , questo pezzo dovrebbe contenere al suo interno tutta un’analisi sulla storia del mimo, sarebbe doveroso parlare di Marcel Marceau; poi toccherebbe spendere due parole sulla figura della clownesse, infarcendo e arricchendo il tutto con qualche riferimento a Toulouse Lautrec, che dietro al circo ci passò la vita; però no. Non lo faremo per la semplice ragione che questo spettacolo ci ha toccato il cuore e per tanto non ci sembra utile a nessuno fare un elenco nozionistico che, a ben cercare, autorevoli saggisti hanno già fatto.

Qui vi raccontiamo cosa abbiamo visto.

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Backstage

Mancano trenta minuti per andare in scena con i  Semianyki in The Family  . Abbiamo la possibilità di fotografare la fase di make-up nei camerini. A trenta minuti dall’inizio, mentre si concentrano, gli attori stanno ancora “a carissimo amico“. Noi crediamo di aver sbagliato orari, ma all’improvviso, ognuno si reca nel proprio camerino e con la rapidità di chi quei gesti potrebbe farli ad occhi chiusi, inizia la fase di trucco.

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L’atmosfera è concentratissima, la sala sta per riempirsi del pubblico più esigente che un clown possa incontrare: hanno tutti tra i 3 e 12 anni e chi ne ha di più, tra un po’, tornerà bambino anche lui.

Gesti che scorrono veloci ma solenni come un rito. Il rito di chi ha messo la vita in una valigia e gira il mondo guadagnandosi da vivere risvegliando il bambino di ognuno.

OnStage

Una volta in scena assistiamo a uno spettacolo decisamente originale.

Le dinamiche di una famiglia, con i suoi vizi e le sue virtù; i suoi momenti di crisi e quelli di riappacificazione; raccontati da clown, che non portano i nasi rossi, e che comunicano come farebbero i mimi (infatti il trucco è tipico del mimo) ma che però si producono in gag interagendo anche con oggetti di scena.

Ciò che veramente colpisce è l’aspetto drammaturgico dello spettacolo.

La drammaturgia

The Family  (Semianyki) è composta da una madre “sull’orlo di una crisi di nervi” a causa dell’irrequietezza dei quattro figli (più uno in attesa) ma che, come spesso accade, cerca di tenere in piedi la baracca; un padre assente o distratto e con la debolezza del bicchierino; un figlio, dispettoso con le sorelle, ma che coltiva delle grandi passioni; una figlia che sogna di viaggiare ed esplorare il mondo; un’altra vive in un mondo tutto suo mentre l’ultima è nella fase di quel tipico sadismo dei bambini, quando staccano le teste alle bambole.

The Family  va avanti per circa un’ora e mezzo, coinvolgendo il pubblico, tra le risate e le esclamazioni dei più piccoli.

Non mancano gli scherzi con gli “schizzi”; non mancano i coriandoli i baci al pubblico e pure una battaglia di cuscini.

Sembrano così lontane le nostre vite rispetto a questa platea di facce con i sorrisi pieni di finestre e gli occhi lucidi di gioia.

Quelli che vediamo sul palco Olga Eliseeva, Alexander Gusarov, Kasyan Ryvkin, Marina Makhaeva, Elena Sadkova e Yulia Sergeeva, che sono anche i registi dello spettacolo.

Arriva la fine dello spettacolo. Ci salutiamo ma è come una festa.

Andate Semianyki, continuate a far ridere i grandi e bimbi di questo mondo…ne abbiamo tanto bisogno.

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