La programmazione di Rock In Roma 2016 va avanti e dopo la data tutta inglese di lunedì 11 luglio con Sterephonics e Suede, è ancora una band inglese protagonista sul palco di Capannelle. Mercoledì 13 luglio segna il ritorno a Roma di The 1975.
Non è la prima volta che vedo il gruppo capitanato da Matthew Healey, era già capitato nel marzo di due anni fa. Per loro si tratta invece del terzo live romano. Se due anni fa Matthew faceva notare compiacendosi come nella prima occasione si fosse esibito davanti a non più di dieci persone ed ora c’era una folla decisamente più grande, adesso si va uno step avanti:
“Questo è il concerto più grande che abbiamo fatto in Italia”
arringa dal palco.
È decisamente così, anche se è altrettanto vero che il pienone non c’è. Ad accoglierli non c’è il tutto esaurito ma in compenso una fresca brezza che finalmente ristora i romani dopo un paio di giorni di canicola: gli inglesi apprezzeranno la “cortesia”.
Alle 20.45 aprono i giochi i “The Kolors“, reduci dal siparietto poco edificante che li ha visti protagonisti all’ Mtv Musica Awards con lo sputo a Francesco Mandelli. Dopo mezz’ora è tempo di salutare e ringraziare “The 1975“. Ci vuole mezz’ora per sistemare il set alla band di Manchester ed in perfetto orario sulla tabella di marcia alle 21.45 le urla del pubblico accolgono il sestetto.
Un pubblico la cui età media è davvero molto bassa, alzato soltanto da qualche genitore che ha accompagnato le figlie adolescenti.
La prevalenza è femminile, sedotta dalla voce e dal fascino del frontman a cui indirizzano più volte inviti espliciti e che non sto a ripetere per decenza.
Con un Ep e due Lp alle spalle, The 1975 regalano 1 ora e 10 minuti di musica senza pause o quasi. È sempre quel “white-funk” effervescente alla base successo dei ragazzi di Wilslow, non mancano però tracce alt-r&b. C’è molto del loro secondo album I Like It When You Sleep for You Are So Beautiful Yet So Unaware of It, uscito a febbraio scorso, nella setlist. Funk Pop e virate puramente 80’s che rimandano a tratti persino al primo Nick Kamen. La presenza sul palco non mancava già due anni fa al leader, ora però Healey è cresciuto, d’età e d’esperienza e la cosa si nota eccome.
Gigioneggia (agli occhi di chi teenager non lo è più da molto) forse un po’ troppo. La cosa però sul suo pubblico sembra funzionare. Si muove bene avvolto in comodi pantaloni neri e in una camicia a righe aperta a mostrare l’ampio tatuaggio sul petto. A distanza di due anni non c’è segno di rasature nell’acconciatura; i ricci neri ci sono tutti e lui non smette di tormentarli durante l’esibizione.
Piovono oggetti e regali lanciati dalle fans al suo indirizzo. Lui garbatamente raccoglie e mette da parte. A metà concerto si accende una sigaretta ed ogni tanto va a sorseggiare un bicchiere di vino rosso che ha appoggiato dalle parti del suo sassofonista.
A proposito, la band ci sa fare, malgrado le pose e le scelte un po’ “furbette”. Durante ‘Loving Someone‘, canzone che è sempre stata collegata a messaggi di amore e di pace, parte una piccola coreografia dal pubblico: ecco apparire diversi fogli A4 con la bandiera della pace. Spazio poi a ‘Falling for you‘, ‘Robbers’ che la band non suona molto dal vivo ma che dedica a Roma, ‘Girls’ e ‘Paris’ con cui si chiude la prima parte del live.
Sono le 22.55 quando The 1975 escono dal palco. Un minuto o poco più e sono di nuovo dentro per i quattro brani che chiudono l’esibizione romana ed in cui non potevano mancare ‘The Sound’ e ‘Chocolate’, si chiude con ‘Sex’. Alle 23.15, dopo un’ora e mezza totale, Healey e soci salutano il pubblico e danno appuntamento a presto.