Come prima cosa chiariamo cos’è TED e di cosa si occupa nelle sue molteplici declinazioni.
Il TED è un’organizzazione/evento, a carattere mondiale, che affronta le “idee che meritano di essere diffuse”; con questo spirito dal 1984 organizza degli incontri, per tutto il mondo, all’interno dei quali personaggi, provenienti da settori diversi e mondi apparentemente lontani tra di loro, si incontrano per condividere le loro esperienze.
Ed è così che si alternano sullo stesso palco, con dei talk da 18 minuti ciascuno: scienziati, artisti, startupper, cultural influencer, manager di eventi culturali, esperti di relazioni internazionali, top manager, scienziati aerospaziali, fashion designer, innovatori e designer di gioielli.
Cosa hanno in comune? Tutto!
La voglia di far circolare le idee, prima di tutto; l’idea che l’unione faccia la forza, subito dopo.
Ricco di considerazioni di questo tipo è l’intervento, per esempio, di Mouhannad Malek, ricercatore che, insieme a un gruppo di altri ricercatori arabi sparsi per il mondo, ha sposato il grande progetto di tradurre in maniera semplice anche in arabo i contenuti delle ricerche stesse. Solo attraverso la conoscenza si può vincere l’ignoranza e poter essere competitivi e affrontare le sfide che il mondo di oggi pone.
Non solo l’ignoranza, ma anche la staticità crea paralisi, essere pronti a cambiare a rinnovare se stessi e le proprie aspettative, è su questo che concentra il suo intervento Kaled Bichara, top manager e amministratore delegato di Accelero Capital.
E sul coraggio di osare, ecco che al TEDxRoma, parte la proiezione di “Ho 99 problemi, la paralisi cerebrale è solo uno di questi”; intervento registrato durante il TEDWomen2013, di Maysoon Zayid
vergine, donna e musulmana! e se non sono problemi questi…
così esordisce nel filmato la stand up comedian affetta da una paralisi cerebrale e che ha fatto, di quello che potrebbe essere definito un handicap, il suo maggiore punto di forza. La proiezione si conclude con un automatismo collettivo: cercare un fazzoletto per asciugarsi le lacrime, ma non è “pena” è una specie di schiaffo che commuove tra le risate (se non lo avete fatto consigliamo di aprire il link!).
Il coraggio di cambiare, cambiamento anche come adattamento dei propri sogni, come nel caso di Antonios Vavouliotis, che sognava, come tutti i bambini, di diventare un astronauta, poi ha aggiustato il tiro dicendo:
se non posso lavorare nello spazio, proverò a lavorare per lo spazio
ed eccolo scienziato aerospaziale.
Ricolorare i propri sogni. Questo in parte il claim di Francesco Vezzoli, artista di fama internazionale, al TEDxRoma per raccontare come, a volte, per approcciarsi alla modernità sia necessario, ricolorare, rivedendo i piani, magari attingendo anche alla tradizione.
C’è anche chi ha trovato la propria ispirazione dalla natura, per aiutarsi nel processo creativo, come nel caso di Ilana Efrati, israeliana di nascita e umbra d’adozione. Ilana ha trovato fonte di ispirazione nelle lunghe passeggiate nei boschi umbri, riproducendo su tessuto e su porcellane, attraverso un grande lavoro di ricerca, i colori della natura che e i suoi cambiamenti.
Al TEDxRoma c’è chi addirittura, dalla natura, ha pensato di ricavare prodotti destinati alla moda e alla bellezza, come nel caso della start up Orange Fiber. Una start up partita dall’idea di due siciliane, Enrica Arena e Adriana Santanocito che dalla buccia dell’arancia hanno pensato di estrarre una fibra per ricavarne un filato e a Settembre pare che troveremo abiti agrumati in passerella.
Le scommesse sono tante e proposte solo da chi è disposto a pensare out the box, come ci ricorda Jesus Vega:
Questa è l’epoca della creatività, ma le vere occasioni possono essere colte solo da coloro che sono disposti a pensare fuori dalla propria scatola
A pensare fuori dalla scatola è sicuramente Luigi Naldini, scienziato famoso per essere colui che, insieme alla sua equipe, ha “addomesticato” il virus HIV, utilizzandolo come veicolo di terapie. Con una semplicità disarmante, in 18 minuti ci spiega come sia possibile, una volta codificato il DNA, riuscire a usare un virus come quello responsabile dell’AIDS, come se fosse un cavallo di Troia e farlo agire come cura di alcune malattie come le immudeficienze.
La strada, capiamo, è lunga, ma tanto si è fatto grazie all’impegno di chi è disposto ad andare oltre i confini.
Uscire dai confini, o meglio, considerare i confini come delle risorse anziché delle barriere. Questa l’idea di Jean-Pierre Darnis, think tanker, che si occupa di tematiche internazionali. Ci parla delle frontiere culturali, politiche, delle abitudini, ma pone l’accento sul fatto di quanto possa essere utile collaborare e lasciare circolare le idee senza per questo sentire minacciata la propria identità.
Tanta tenacia e forse anche un pizzico di follia sul palco del TEDxRoma.
David Munir Nabti, innovatore di Beirut che fa avanti e indietro dalla Silicon Valley, ci propone uno stretching, non solo mentale, dicendoci cosa prima di tutto dovremmo essere per portare avanti i nostri progetti dei: Crazy Belevers.
Gente disposta a trasformare i propri sogni in attitudine con tenacia e motivazione ad impatto sociale.
In parte è anche ciò che Chloe Teevan ci dice raccontandoci delle sue sfide quotidiane. Chloe è un’organizzatrice culturale, fermamente convinta che
creare una scena culturale vivace, sia fondamentale per cambiare la civiltà
C’è anche chi pensa all’arte e ai suoi luoghi come a una sorta di fenomeno partecipato e collettivo.
È il caso di Olinka Vistica, curatrice d’arte, che insieme al suo compagno (ex, a quanto pare), partendo dalla fine della loro relazione, hanno messo in piedi un progetto artistico dal titolo piuttosto esplicativo “Museum of Broken Reletionship“. Un vero e proprio museo che raccoglie i cimeli significativi della coppia scoppiata, poi il progetto si è allargato integrando nella collezione anche oggetti che potessero essere significativi per una famiglia, per un dato contesto, momento ecc.
La cosa curiosa è che a far parte della collezione possono entrare anche oggetti di chiunque senta il bisogno di ‘condividere’ con un ipotetico pubblico, quel sentimento che passa attraverso l’oggetto.
A chiudere in bellezza non poteva mancare la più aggregativa delle arti: la Musica.
Paolo Petrocelli, cultural manager, nel suo talk racconta del progetto Emma for Peace, dove si incoraggia l’uso della musica come strumento di comunicazione che valica ogni confine.
Nella storia recente rappresenta un aspetto in continua crescita quello di utilizzare progetti come Emma, o come il noto progetto Abreu in Sud America, volti a togliere bambini dalle strade, per dare loro delle opportunità.
La musica è per natura stessa aggregazione, basta pensare alle bande, alle orchestre ai cori. Ognuno il proprio spartito, ma tutti insieme per un’unica armonia.
Petrocelli chiude il suo intervento dicendo
l’arte non fermerà il proiettile, ma forse potrà evitare che questo parta
Il TEDxRoma si chiude con l’entrata in sala dei ragazzi del conservatorio di S. Cecilia e quello del Respighi di Latina, armati di percussioni, capaci di far battere a ritmo le mani di tutto l’auditorio.
Le belle idee è giusto che circolino, alla prossima TEDxRoma!