La compagnia canadese Cirque Alfonse propone con Tabarnak la propria personale visione del sacro e del profano in uno spettacolo non sempre fluido dal punto di vista tecnico, ma sicuramente di grande impatto visivo e drammaturgico.

Un vivace circo musicale, anarchico e poetico,  in cui l’organo stravolge la canonica partitura di una Messa cantata  e i banchi della chiesa vengono ribaltati durante le  acrobazie.

Il Cirque Alfonse riunisce sei performer circensi e tre musicisti, proponendo un circo che affonda le proprie radici nella tradizione folkloristica del Quebec, con un’evidente impronta di modernità. Tabarnak, la loro ultima produzione – presentata nell’ambito del Festival  Sul Filo del Circo, al Teatro Le Serre di Grugliasco –  è ispirata al nome della chiesa del villaggio in cui si riuniva la piccola comunità del Quebec in cui sono cresciuti gli artisti.

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Ma in questo titolo c’è molto di più: Tabarnak è anche la tradizionale espressione linguistica locale, un tempo impiegata come grido di protesta e ribellione contro l’autorità , ora utilizzata nel gergo quotidiano per indicare dolore, rabbia, stupore.

La scelta di mettere in scena, tra musica e spettacolari acrobazie aeree, uno spettacolo fortemente ispirato alla tradizione religiosa, che contiene un’indelebile impronta di profana contemporaneità, rappresenta un’efficace invito a riflettere: il pubblico è infatti persuaso a mantenere (quasi costantemente)  lo sguardo verso l’alto, senza nascondere il proprio effettivo stupore.  inducendo comunque  il pubblico a mantenere lo sguardo rivolto verso l’alto, senza nascondere il proprio stupore.

Tabernak

In un momento in cui la società contemporanea è caratterizzata da radicato scetticismo, Tabarnak rappresenta una celebrazione (laica ed anarchica) del Cielo e dell’Inferno, con tutto ciò che si trova a metà strada: musiche che ricreano atmosfere oscillanti tra Gen Rosso e l’opera rock; le spettacolari evoluzioni aeree condotte a colpi di frusta; la componente maschile della compagnia che si esibisce – vestita o (s)vestita – in stile “Mormon” e offre divertenti sessioni di immersione profana e purificatoria in una fonte battesimale; pissidi roteanti come fossero turiboli; orazioni cantate a passo di tap.

Ma lo spettacolo non si conclude dentro il tendone e prosegue all’esterno, con un “fuori programma”, durante il quale il pubblico continua a osservare con gli occhi rivolti al cielo incredibili evoluzione aeree, attutite dalla sola presenza di un morbido materasso.

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