Ci sono persone a cui, seppur dopo aver terminato il proprio percorso di studi, il solo sentire nominare una determinata materia fa rabbrividire.
Ecco io sono una di quelle persone, quando si tratta di sentir parlare di storia e geografia.
Per questo motivo ritengo fortunate le classi di studenti che nella mattinata di giovedì hanno partecipato all’incontro, all’Istituto “Vendramini” di Pordenone, con Alessandro Vanoli.
Storico e scrittore (ne avevo già parlato qui), Vanoli è uno dei pochi a riuscire a parlare di storia mantenendo vivo l’interesse dell’interlocutore poichè possiede la capacità di delineare traiettorie incredibili e rendere la materia vicina a ognuno di noi.
Fuoco. Le strade perdute.
Grandi tragitti, grandi strade, grandi vie che sono state tracciate, individuate, scoperte dalle origine dell’umanità ad oggi.
Ognuno di noi proviene da strade diverse, magari molto lontane geograficamente o storicamente, che spesso lo studio scolastico ha un po’ dimenticato.
Dimenticato o accantonato per dare priorità ai territori più vicini a quello di provenienza.
Un atteggiamento normale ma è necessario ampliare lo sguardo per comprendere meglio noi stessi, le nostre origini e l’attualità.
Strade: spostamento e comunicazione.
Siamo tutti legati; che sia dalle spezie, dai preziosi o dai tessuti che ad esempio non erano autoctoni ai tempi dell’impero romano ma dovettero essere importati.
Strade. Frutto di cammino o di navigazione, che poi si evolvettero nel trasporto ferroviario e ancora dopo in quello automobilistico.
Simbolo dell’idolatria automobilistica è infatti la Route 66, ormai praticamente scomparsa, ma divenuta cult grazie all’opera di Jack Kerouac.
Strade, strade di migrazione
Argomento imprescindibile quando si parla di strade è quello riguardante le migrazioni.
Pensiamo che il fenomeno migratorio sia un problema di altri ma ci siamo dentro anche noi, siamo tutti parte del flusso.
Nel nostro guardare entro i confini nazionali, come a volte succede, siamo tentati di pensare all’essere al centro del mondo, sotto assedio, ma le migrazioni sono solo un flusso titanico che coinvolge e si estende a tutto il mondo (v.flusso estremo oriente verso l’India).
Non sempre infatti chi entra è disperato, a volte vuole solo migliorare il suo status
Per questo la dinamica migratoria è molto più complessa e articolata quindi non riguarda noi ma tutto
Tutto si muove, tutto si sta muovendo, tutto si è sempre mosso
La differenza ora sono i numeri e la velocità del processo, questa è la differenza.
E, al netto di tutto, la migrazione è sempre e solo una questione di sofferenza.