Isto è il protagonista di Subirach na trupove, lungometraggio in concorso al 27° Trieste Film Festival, black commedy, passeggiata emotiva tra i demoni che ognuno si porta dentro.
Un film di Dimitar Dimitrov. Con Mihail Bilalov, Teodora Duhovnikova, Lydia Indjova, Stoyan Radev, Stefan Shterev
Subirach na trupove, letteralmente: Il collezionista di corpi. La storia è ambientata nella Bulgaria dei giorni nostri. Il protagonista, Isto è un autista di Ambulanze che conducono i corpi all’obitorio. Insieme a lui Avera, collega di cultura rom.
Le dinamiche tra i due rappresentano una nota piuttosto divertente nel lungometraggio, sapientemente dosata senza mai scadere nella banalità.
La quotidianità di Isto verrà “stravolta” dall’incontro di una donna, Katya, amante di un “imprendibile” boss della mala, violento e dispotico, Rocco.
Le caratterizzazioni dei personaggi di Isto e Rocco, sono agli antipodi l’uno dall’altro.
Mansueto, laconico e onesto uno; violento, iracondo e spavaldo l’altro.
Katya è invece una donna evidentemente segnata da trascorsi spiacevoli non meglio specificati, vive con il figlio più o meno dodicenne, Mario, avuto da una precedente relazione al quale, nel film è affidato il compito di meglio definire la complessità caratteriale della madre e la sua sudditanza verso Rocco.
Mimì è una delle impiegate all’obitorio, personaggio antitesi di Katya.
Il lungometraggio è un ottimo lavoro di regia e fotografia. Si nota come ci sia una vera attenzione nei movimenti di camera, che ricordano molto quelli dei grandi maestri del cinema. Gli attori sono uno più bravo dell’altro. Ne deriva un lavoro dolce, ironico e profondo.
Un lavoro dove ogni azione, anche la più estrema, serve per condurre i personaggi alla catarsi.