Letteratura, grandi donne, moda e giornalismo, passeggiate e solitudine: su questo e su moltissimo altro Anna Vallerugo ha dialogato con Annarita Briganti e Marta Perego, intervistate al Ridotto del Teatro Verdi durante la terza giornata di Pordenonelegge- Festa del libro con gli autori.
Al centro del dialogo e punto di partenza delle molte riflessioni, i rispettivi volumi (editi nel corso dell’anno da Cairo Editore e da Bottega Errante) “Coco Chanel. Una donna del nostro tempo” e “M come Milano”.
Se il primo è decisamente una biografia, anche se
si legge come romanzo, è un reportage ed è scritto come un documentario
precisa la Briganti; il secondo è difficilmente inquadrabile e si sviluppa a cavallo tra guida e diario.
D come Donne
In entrambi troviamo però figure di donne: nomi e personalità diverse, icone nella propria professione. Donne memorabili restituite dallo sguardo appunto della giornalista culturale, scrittrice e traduttrice Annarita Briganti e di Marta Perego, giornalista, autrice e conduttrice televisiva.
Coco Chanel da un lato, Mariangela Melato dall’altro: così è partito e si è sviluppato il dialogo tra le due.
Anche se attualmente è considerata come l’icona del lusso, non si può non raccontare Madamoiselle (Coco) senza partire dalle sue origini, poverissime e la crescita in una famiglia disfunzionale.
Ciò la porta a reagire, dopo l’entrata in orfanotrofio, formando una propria idea della moda e di quello che oggi è chiamato l’empowerment femminile. Coco, nata nel 1883, è infatti la prima imprenditrice della storia.
Qualche decennio dopo, in un altro campo lavorativo e iniziando in sordina, vediamo emergere Mariangela Melato.
Dobbiamo lo sviluppo di una carriera immensa a un inizio avvenuto quasi per caso, quando Mariangela fu confusa con una parente di Maria Melato, attrice italiana di teatro, radio e cinema dei primi decenni del 1900, di cui però non era minimamente parente.
“M come”
M come moda, rappresentata da Chanel. M come Milano, il vivere milanese e la capacità della città di esaltare ma anche, al contempo, di affossare.
La Milano di Alda Merini, al centro de “L’eroina del caos” della Briganti. La Milano di Camilla Cederna, giornalista e critica
Donne, fonti di grandissima ispirazione, che a un certo punto, si sono trovate a guardare dentro sé stesse e ritrovate allo specchio. A fare i conti e confrontarsi con se stesse e, a volte, con la propria solitudine.
Le donne devono imparare ad avere un legame con la propria solitudine
Mariangela Melato