Il 12 novembre è sempre più vicino e il debutto di “Spring Awakening” al Teatro Menotti è alle porte.
Continuiamo a conoscere dunque i ragazzi del cast. Federico Marignetti, Andrea Simonetti, Paola Fareri… oggi vi presento con Arianna Battilana.
Quando eri piccola e ti chiedevano cosa volevi fare da grande, cosa rispondevi?
Quando ero piccola rispondevo che volevo fare la stilista, la paleontologa, la parrucchiera, la ballerina…Diciamo che con un pò di fortuna il teatro potrebbe permettermi di farli tutti, questi lavori!Però a parte gli scherzi, ho sempre saputo di avere un piccolo mondo che avevo voglia mettere a servizio dell’arte, in tutte le sue forme, infatti se non avessi deciso di seguire questa strada avrei comunque intrapreso qualcosa di artistico anche in altri ambiti.
In “Spring Awakening”sei Wendla Bergman. Chi è questa ragazza?
Wendla Bergman è una ragazza, nella maniera più semplice del termine.Ci tengo a spiegarmi: Wendla non è “la bella della scuola”, non è “la più famosa”, non è “la più sfigata”, è una ragazza come tante, con una gran voglia di vivere, di scoprire, di non guardare solo nella direzione prestabilita da altri per lei.È una ragazza capace di vedere la bellezza, di andare verso essa indipendentemente dalle conseguenze, di respirare e assaporare tutto con curiosità e con coraggio.Ecco, soprattutto con coraggio.
Qual è l’elemento comune in tutti i personaggi di Spring?
L’elemento comune in tutti i personaggi di Spring Awakening è l’umanità, nel senso sia positivo che negativo del termine.Ci sono ragazzi che combattono per un posto nel mondo, e che poi magari non ce la fanno, uomini che sbagliano nel percorso di crescita dei propri figli, madri che difendono il futuro dei figli oppure lo negano, anche inconsapevolmente per ignoranza e paura,ragazze che scoprono l’amore, il dolore, la brutalità della razza umana, il sesso, fidandosi o sfidando un mondo opprimente e chiuso, o ancora ragazzi che invece vogliono credere nelle regole prestabilite dalla società.È difficile condannare qualcuno, trovare un colpevole, alla fine di questo spettacolo.E su tutto alla fine, rimane la speranza.
Perchè bisogna venire a vedere “Spring Awakening”? Invita i nostri lettori.
Bisogna venire a vedere spring awakening perché, in Italia, è un nuovo modo di fare musical.Sento spesso dire che il musical non è bello, che è poco interessante, che non racconta nulla.Ma questo dipende anche dalle scelte che fanno produzioni e direttori di teatro, spesso per paura di non far quadrare i conti.Oltre a questa considerazione, ho sentito dire che il pubblico italiano “non è pronto” per spettacoli di questo genere, e penso che ogni italiano dovrebbe ritenersi profondamente offeso per questo.Io credo che gli italiani dovrebbero sfatare questo mito, perché il pubblico, di questi tempi, a mio parere non è solo pronto, ma anche agguerrito e stufo di vedere sempre le solite cose.
Lo spettatore non deve venire a teatro solo per mettere la pelliccia o passare una serata ad essere “intrattenuto”, deve venire perché in un mondo come questo, devastato dall’odio, dalla guerra, dalla brama di potere e dal denaro, deve potersi sedere, ascoltare una storia che parla anche di lui, piangere, arrabbiarsi, ridere, uscire, pensare e forse cominciare a sperare di nuovo.E questo spettacolo crea una possibilità per tutti di poter provare queste sensazioni, non dimentichiamoci che alle spalle di questo musical c’è la potente prosa di Frank Wedekind, certo asciugata, ma comunque rispettata nel senso e rafforzata dal racconto musicale.E guarda caso parliamo proprio di un testo che ai tempi della sua scrittura (fine 800) fu censurato per le tematiche.
Beh, se non vi ho convinti con questo, passerò in casa di tutti gli italiani a distribuire locandine personalmente!
Grazie Arianna!
Vi ricordo che tutte le notizie sul mondo di Spring Awaening le trovate sul sito www.springawakening.it e la pagina facebook https://www.facebook.com/SpringAwakeningItaliaintour?fref=ts
Al Teatro Menotti dal 12 al 30 novembre