Stefano Dongetti, attore, autore teatrale e di libri, accompagnato sul palco dal bluesman Franco Toro, presenta un insieme di monologhi dal titolo  “Solo chi cade può distendersi”.

In scena dal 3 a 5 maggio al ridotto del Teatro Miela di Trieste.

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Stefano Dongetti
Stefano Dongetti

Ad aspettarci prima dell’inizio dello spettacolo sul palco troviamo  2 chitarre, un paio di sedie e di microfoni, un paio di leggii ma soprattutto un giradischi portatili, di quelli a valigetta anni 60, che emette le note di un meraviglioso 33 giri di blues .

A chi chiede a Dongetti che tipo di spettacolo ci si deve aspettare la risposta è sibillina:

È uno spettacolo che si farà un sacco di domande senza dare nessuna risposta.

Partiamo proprio da questa risposta per cercare di definire lo spettacolo : un insieme di monologhi che raccontano la società di oggi mettendo comunque al bando la satira politica perché

c’è già Crozza ad occuparsene e, facendo le imitazioni dei politici ne ha praticamente duplicato il numero invece di diminuirlo.

Allegramente di palo in frasca

E saltando apparentemente di palo in frasca, un po’ più che apparentemente in realtà, si ride tanto perché Dongetti sa essere molto simpatico a giudicare dalle fragorose risate provenienti dal numeroso pubblico presente in sala.

Da sottolineare gli interventi musicali di Franco “Toro” Trisciuzzi, noto chitarrista e compositore, che consentono a Dongetti di riprendere la carica tra una raffica di esilaranti battute ed un’altra.

Quello di Dongetti è un umorismo anglosassone, se ne apprezza la freddezza ma anche la totale assenza di turpiloquio. Sono battute che a volte hanno necessità di tempo per aggrapparsi ma la cui deflagrazione a tempo arriva ancora più potente.

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