“Il 2 ottobre si inaugura la Stagione 2024-2025 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, come 70 anni fa, con un capolavoro di Carlo Goldoni. Paolo Valerio sceglie “Sior Todero Brontolon” e dirige Franco Branciaroli nel ruolo del titolo in questa nuova produzione in collaborazione con il Teatro de gli Incamminati e il Centro Teatrale Bresciano. La divertente commedia conta su una compagnia perfettamente armonizzata e trascinante e sorprende con la presenza in scena dei Piccoli di Podrecca”.

Il mondo di Goldoni, il mondo delle marionette, due universi che si incontrano nel microcosmo di un luogo reale e immaginario. Una rilettura di una commedia della maturità goldoniana, condotta con rigoroso rispetto filologico per il testo e per la straordinaria bellezza di quella lingua unica che è già di suo poesia, ma anche con una originale intuizione che vede le marionette in scena accanto agli attori, come loro alter ego. 

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Ecco la nuova produzione di “Sior Todero brontolon” che Paolo Valerio firma – per il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con il Teatro de gli Incamminati e il Centro teatrale bresciano – affidando il ruolo del titolo al talento di Franco Branciaroli.

Molto applaudita all’anteprima nazionale dello scorso 4 settembre nella cornice dell’Estate Teatrale Veronese al Teatro Romano, la divertente commedia inaugura ora la Stagione del 70ennale del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, mercoledì 2 ottobre, in una serata in cui il pubblico sarà accolto in modo speciale .

«Quale maggior disgrazia per un uomo, che rendersi l’odio del pubblico, il flagello della famiglia, il ridicolo della servitù? Eppure non è il mio Todero un carattere immaginario. Purtroppo vi sono al mondo di quelli che lo somigliano; e in tempo che rappresentavasi questa commedia, intesi nominare più e più originali, dai quali credevano ch’io lo avessi copiato».

Anche oggi non è raro incappare in un “brontolòn” come il Todero di Carlo Goldoni che precedeva la commedia racchiudendo queste riflessioni ne “L’autore a chi legge” e si stupiva di come un lavoro incentrato su un personaggio tanto odioso e negativo potesse aver ricevuto dal pubblico un tale successo.

“Sior Todero brontolòn” scritta nel 1761 e presentata al Teatro San Luca di Venezia l’anno successivo, fu infatti accolta con molto calore, ripresa per 10 repliche a gennaio e poi nuovamente a febbraio, a ottobre…

Nel 70° dalla sua fondazione, il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con il direttore e regista Paolo Valerio sceglie questa commedia e il genio drammaturgico di Carlo Goldoni per la prima, grande produzione della stagione (ed è una significativa coincidenza, perché il primo spettacolo che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – uno dei più antichi in Italia – mise in scena 70 anni fa, fu sempre una commedia goldoniana, “La donna di garbo”).

Sior Todero risponde – come carattere – al modello dei rusteghi, ma dei quattro burberi veneziani perde qualsiasi accento bonario. La trama lo vuole avaro, imperioso, irritante con la servitù, opprimente con il figlio e la nipote, diffidente e permaloso verso il mondo. Sembrerebbe impossibile empatizzare con una simile figura. 

Eppure il capolavoro di Goldoni – e la figura di Todero, scritta in modo magistrale – sono stati molto ambiti dai teatri e dai più grandi attori, da Cesco Baseggio, a Giulio Bosetti, a Gastone Moschin.

Ora questo indifendibile “brontolòn” attira un maestro del palcoscenico contemporaneo come Franco Branciaroli, che – diretto da Paolo Valerio – ne offre una inaspettata interpretazione.

Dopo l’originale e dissacrante interpretazione di Shylock nel “Mercante di Venezia” shakespeariano, Paolo Valerio e Franco Branciaroli si apprestano a stupire il pubblico con la rilettura di un classico del teatro italiano, che molto ancora può suggerire alla sensibilità contemporanea. 

Basti pensare – a fronte di una figura di protagonista tanto imponente e attrattiva – al ruolo sottile e risolutivo che Goldoni affida, nella commedia, al mondo femminile, l’unico che nello sviluppo drammaturgico appare pienamente positivo: sarà l’alleanza fra la coraggiosa nuora del vecchio avaro e l’intelligente vedova Fortunata a salvare la giovane Zanetta da un matrimonio impostole per mero interesse e foriero di infelicità. Sarà riconsegnata all’amore generoso e vero in un finale che – in tempi in cui il concetto di “patriarcato” domina le nostre cronache nelle sue accezioni più distorte e plumbee – intreccia in prospettiva, alla gioiosità della risoluzione, una venatura di turbamento.

Lo spettacolo replica giovedì 3 ottobre alle 20.30, venerdì 4 ottobre alle 20.30, sabato 5 ottobre alle 19.30 e domenica 6 ottobre alle 16. Biglietti e abbonamenti sono ancora disponibili presso i punti vendita e nei circuiti consueti del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: www.ilrossetti.vivaticket.it

Informazioni sono disponibili sul sito www.ilrossetti.it e al tel 040.3593511.

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