Sic Transit Gloria Mundi, una donna papa al DOIT Festival

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In occasione della prima settimana di programmazione del DOIT Festival – Drammaturgie Oltre il Teatro, è andato in scena dal 16 al 17 marzo al teatro Ar.Ma di Roma Sic Transit Gloria Mundi, scritto e diretto da Alberto Rizzi, con Chiara Mascalzoni.

Dopo oltre duemila anni dalla sua fondazione, se è vero che la Chiesa è stata in grado di presentare innumerevoli risposte ad altrettante questioni morali relative alla vita dell’uomo è anche vero, purtroppo per loro, che infiniti dubbi e “perché” irrisolti sono tutt’ora dibattuti tra le fila degli ecclesiastici.

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Uno fra tutti: Perché una donna non può essere Papa?

Tramite un’eccezionale ricostruzione storica del passato della Chiesa e di tutti i suoi massimi rappresentanti nel corso della storia, Alberto Rizzi non tenta di dare una vera e propria risposta ma di offrire una panoramica su come, tra pensieri di filosofi e uomini di chiesa più o meno estremisti, la stessa classe ecclesiastica non sia stata in grado di trovare una soluzione in grado di spegnere il fuoco di tale dibattito.

Tra citazioni di eventi e personaggi storici, in una sola ora Chiara Mascalzoni riesce a conquistare tutto il pubblico grazie ad una performance impeccabile in un ruolo non particolarmente facile a causa dei continui cambi di ritmo e della necessità di riproporre agli spettatori, durante tutto l’arco della rappresentazione, precise nozioni storiche.

Provocatorio, dissacrante ma, soprattutto, divertente, il monologo realizzato da Rizzi riesce a mostrare tutta la creatività ed originalità del regista che, non volendosi limitare ad una mera ricostruzione storica degli eventi del passato, conclude lo spettacolo con un salto nel futuro dove non solo le donne sono state accettate nei ranghi più alti della Chiesa cattolica ma in cui una di loro, dopo quasi tremila anni, viene eletta vescovo di Roma.

Sic Transit Gloria Mundi si dimostra quindi più che degno di concludere i primi cinque giorni del DOIT Festival e noi non possiamo che augurare il meglio per Alberto Rizzi e Chiara Mascalzoni.

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