Il Teatro Nuovo, nel cuore dei Quartieri Spagnoli del Regno di Napoli , è il luogo adatto per ospitare lo spettacolo di Ruggero Cappuccio che propone un inedito abbinamento tra il teatro di Shakespeare e la musicalità della lingua napoletana, utilizzata nella sua particolarissima declinazione barocca: Shakespea re di Napoli
È la storia di Desiderio, interpretato da un potente Claudio Di Palma, che su una spiaggia del golfo di Napoli racconta al suo amico Zoroastro, interpretato dallo schietto Ciro Damiano, della notte di Carnevale di anni addietro in cui ebbe l’inaspettata fortuna di conoscere William Shakespeare travestito da Vicerè: da lì cominciò la sua avventura in Inghilterra, al seguito del Bardo che lo volle come interprete di alcune sue opere (nel teatro elisabettiano era permesso agli uomini soli di calcare il palco).
In un’atmosfera notturna e sanguigna, alla luce della luna e nel silenzio di una riva, i due amici discorrono tra sogno, delirio e veglia di incontri, danze e nostalgia per il mare, orrore per il morbo della peste che mieteva nel frattempo le sue vittime, in un crescendo di musicalità linguistica di difficile comprensione anche da parte di un pubblico locale dall’orecchio abituato alle cadenze, ai neologismi, agli accenti ed alle espressioni più veraci: l’opera si manifesta come un dipinto visionario al ritmo di un suono d’altri tempi, quasi irriconoscibile, sfrangiandosi negli oscuri drappi di velluto che ricoprono la grande cornice di un quadro che compare sulla scena e che chiude la rappresentazione fermandone l’immagine sulla figura di Desiderio proteso sul forziere che contiene i Sonetti del Bardo che galleggiano sull’acqua del Mediterraneo.