Steve McCurry al Salone degli Incanti di Trieste: un’esperienza cromatica e stilistica in un contesto impeccabile
Visitare la mostra Sguardi sul mondo di Steve McCurry al Salone degli Incanti di Trieste è stato come immergersi in un universo visivo costruito con minuziosa attenzione. Lo spazio, avvolto da un’oscurità totale, accoglie le immagini di McCurry come fossero finestre luminose verso mondi lontani, contrasti netti e saturazioni cromatiche potenti che saltano all’occhio con forza e delicatezza al tempo stesso. In questa oscurità, i rossi, i blu, e i verdi che caratterizzano lo stile di McCurry risaltano, creando un effetto visivo che fa letteralmente “galleggiare” le immagini nello spazio.
L’allestimento, seppur minimale e moderno, ha scelto di esporre le fotografie su pannelli piuttosto che con cornici e passepartout.
Questa scelta, che conferisce all’intera mostra un’essenza pulita e minimalista, ha tuttavia un lato critico: i pannelli mostrano segni d’usura, con alcune immagini visibilmente rovinate ai bordi.
È un peccato, considerando l’importanza di queste opere e la cura che meriterebbero in un’esposizione di questo calibro.
Steve McCurry e il dilemma tra reportage e messa in scena
Personalmente, McCurry non rientra nella cerchia dei miei fotografi preferiti. Apprezzo il lavoro di Sebastião Salgado, che mi fa sentire immerso nel cuore pulsante delle situazioni, trasportandomi quasi fisicamente nei luoghi in cui accadono eventi e storie. McCurry, al contrario, sembra collocarsi in una via di mezzo: mescola il reportage alla messa in scena, creando immagini che appaiono costruite nella composizione e nella scelta dei colori.
È evidente il suo desiderio di conferire dignità ai soggetti, spesso ritratti in contesti di povertà, senza però indugiare nello shock visivo. Questo approccio lo rende un fotografo elegante e stiloso, capace di trasmettere bellezza e rispetto.
Mi sarebbe piaciuto rivolgergli una domanda diretta su questa sua tecnica, ma McCurry non era presente all’inaugurazione. La curatrice della mostra, Biba Giacchetti, ha comunque offerto una panoramica sull’intento della mostra, accompagnata da un breve video introduttivo di McCurry.