Sfodera e Durelli: due percorsi umani ed artistici a confronto.

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Ad uno sguardo attento sul panorama culturale contemporaneo non solo italiano ma anche internazionale non può sfuggire la novità rappresentata nel mondo dell’arte da due pittori che negli ultimi anni si stanno imponendo prepotentemente in quest’ambito. Parliamo di Franco Durelli e Sandra Sfodera.

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Dopo un esordio in sordina, i due artisti hanno gradualmente suscitato l’interesse della critica romana e non solo, come dimostrano gli articoli e le ottime recensioni ricevute fino ad oggi: Mariastella Margozzi, Nicoletta Di Benedetto e Olivia Casares sono solo alcuni nomi di storici dell’arte che hanno prestato una costante attenzione ai loro lavoro.

Numerose le mostre personali e collettive, e altrettante esposizioni che hanno visto i due artisti lavorare accanto costituendo, in questo caso, un binomio assolutamente sui generis. Ricordiamo nel 2013 Cromie alla Galleria Arte Colosseo in via S. Giovanni in Laterano a Roma, Ricicla /Bioforme a Palazzo Carosella di Pietrabbondante in provincia di Isernia, esposizione già precedentemente ospitata dalla Fondazione museo Crocetti di Roma. Molteplici anche i premi e i riconoscimenti ricevuti : il premio Carlo Levi (1976) a Franco Durelli e il Premio Italia-sezione pittura (2006), il premio Video Padiglione Virtuale della Biennale di Venezia (2007) a Sandra Sfodera.  

Due pittori artisticamente agli antipodi ma umanamente molto vicini, al punto che nella vita quotidiana oltre a lavorare insieme condividono interessi e passioni e sono amici ormai da tempo immemore. Lui docente di arte prestato all’ insegnamento ai diversamente abili, dotato di una straordinaria umanità e sensibilità al bello inteso nel significato più alto e più puro, si esprime sul filone di un astrattismo a forte contenuto psicologico : linee, forme e colori danno vita a contenuti inconsci dell’ artista, che si prestano ad una lettura squisitamente psicanalitica.

Parlando con Durelli, infatti, ci rendiamo conto che c’ è tutta la sua storia nei suoi quadri, testimonianze vive di una particolarissima esperienza umana in continua evoluzione come testimoniano nuovi tocchi, nuove forme, nuovi soggetti, ma soprattutto la comparsa del colore, totalmente assente nella produzione iniziale. La sofferenza, le sue paure più intime, la speranza, un nuovo entusiasmo in cui sullo sfondo permane l’angoscia della solitudine e lo spettro della morte. Nei cataloghi di Franco Durelli, c’è la storia di un anima che ha il coraggio di attraversare il proprio buio interiore e l’intelligenza di mettersi continuamente in discussione non solo nel profilo formale ma anche umano ed intellettuale come dimostra la ricerca e l ‘ approdo  a sempre nuove soluzioni artistiche che vanno dall’incisione all’acquerello su vari tipi di carta e cartone, con il ricorso a materiali riciclati, come suggerisce il titolo delle recenti mostre.

Lei, Sandra Sfodera, proviene da una realtà culturale decisamente differente. Biologa specializzata in microbiologia dà un taglio creativo alla sua opera assolutamente originale. Sandra indaga lo straordinario mondo sommerso della microbiologia, non visibile ad occhio nudo, ricreando su tela  micoscroscopici esseri viventi in chiave poetica. Le bioforme, da cui prendono il titolo le recenti mostre, prendono prepotentemente vita attraverso colori ad olio a cui sono mescolati cristalli, polvere di rame, di ottone, solfati, sabbie dalle più variegate tonalità. Da questo originale miscuglio di materiali diversi, scaturiscono quadri materici in cui i più svariati microrganismi sono raffigurati con colori accesi, vividi, brillanti acquisendo toni di pura poesia. È questo il punto in cui arte e scienze si fondono in una sintesi di straordinaria bellezza raramente realizzata, dimostrando quanto possano incontrarsi magistralmente questi due ambiti apparentemente così distanti. Eccezionale, quindi, il risultato a cui approda la personalissima ricerca di Sandra Sfodera, che riesce a far confluire nella sua produzione le sue grandi passioni, scienza e pittura, un connubio raramente coniugato così poeticamente. Nell’attuale panorama artistico locale e non, risulta difficile trovare creazioni simili che racchiudano da un lato la precisione e la perfezione della scienza e  dall’altro l’incanto e la magia del colore, delle pennellate e delle straordinarie soluzioni formali. 

Due percorsi umani ed artistici a confronto. L’approdo a cui giungono Sfodera e Durelli appare divergente ma l’intento che sottende tutta loro produzione è comune: rompere con la tradizione per dar vita ad un linguaggio innovativo, dirompente, estremamente originale che dia un reale contributo alla progresso e all’evoluzione  della storia dell’arte.

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