Serata speciale con IVAN VASILIEV and friends

1886

Ivan Vasiliev, stella mondiale della Danza, Principal dancer del teatro Maihakovskij di San Pietroburgo e special guest del Bol’soj di Mosca, in Prima Nazionale al teatro Regio di Parma, tempio del bel canto lirico, presenta il Gala “An evining with Ivan Vasiliev” con i Solisti del Balletto classico dei rispettivi teatri

Un pubblico attento e di pregio, accoglie la pomeridiana, tra delegazioni russe ed estimatori, giunti da ogni dove per acclamare l’astro del momento.

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Nel partèrre, tra le giovani fans delle scuole locali, incontriamo, anche il Maestro e coreografo Luciano Cannito accompagnato dalla figlia a cui carpiamo, alcune impressioni a caldo nel foyèr del teatro tra il primo e secondo tempo.

Cannito:

grande scuola quella russa e ottima capacità interpretativa nella espressione della mimica facciale, forse, molto di maniera, da matrioska

ma a noi interessa anche sapere come procede la petizione di firme inoltrata al Presidente della Repubblica Mattarella, e Cannito, ci rincuora dicendo:…

procede con l’appoggio ed il coinvolgimento sinergico di più forze politiche

Rientriamo tornando ad inebriarci della bellezza dell’architettura del Regio teatro caro a M.Luigia.

Quando l’eccellenza della tecnica russa si cimenta in un repertorio di stile più contemporaneo, come nel caso della coreografia di Ivan Vasiliev, dal titolo Love is everywhere, ci si chiede, se gli stereotipi e le barriere convenzionali post Unione Sovietica , siano realmente state abbattute.

L’azione spazio temporale della narrazione è ambientata in un ospedale psichiatrico ed è il tema della follia, la conduzione delle azioni interpersonali dei protagonisti a tessere la trama, non il profondo tema della pazzia , oggi più che mai presente nelle notizie e cronache nere di attualità.

L’amore ovunque, si tinge di pennellate delicate da fumetto di Peynet, utilizzando la tecnica classica con alcune contaminazioni di posizioni en dedans, senza osare oltre, ricordandoci la drammaticità e il sarcasmo del personaggio Petruska, piuttosto incline alla tradizione e non al teatro di Stanislawskij e Grotowskij.

Cucito sapientemente nella stesura narrativa non decolla, nonostante il tempismo e la bravura degli interpreti, molto più a proprio agio nei consueti Pas de deux e Pas de trois, con spiccati virtuosismi, presenti nel secondo atto, capaci di richiamare tifo da stadio nel luogo deputato al silenzio ed all’ascolto quale è il teatro.

Forse, il merito è anche di un pubblico preparato al linguaggio nord europeo di Mats Ek, Pina Bausch e delle correnti più avanguardiste che hanno toccato questo tema scavando ed eviscerando l’argomento, spogliandolo da ogni convenzione sociale.

Nonostante l’evidente fisico appesantito del talentuoso Vasiliev, Ivan duetta con Marja Vinogradova, sua compagna nella vita, in Shèrasade e Don Quixiotte, con smalto e tecnica cristallina di altissimo livello, in un crescendo di standing ovation.

Di mirabile interpretazione anche Svetlana Bednenko e Ivan Zajcev, nel ruolo di Le Corsaire e di Odile, il cigno nero, nel passo a due del Lago dei Cigni; così pure i grandi salti di Andrej Nemic e Aleksej Kuznecov nel ruolo di Pierrot insieme alla Fata delle bambole, Anna Kuligina; come anche Sabina Japparova e Aleksandr Omar, nel pas d’esclave tratto da Le Corsaire; incanta come sempre, La morte del Cigno, ruolo coperto da Ella Persson, ricordando essere un estratto sulla musica di Saint-Saens, poiché non facente parte del Lago dei Cigni.

Unico rammarico non avere potuto godere dell’interpretazione di Vasiliev  in Spartacus, suo cavallo di battaglia, qui, non in scaletta.

 PERSONAGGIO

Riccioli scomposti, talento e sregolatezza, potenza ed elevazione nei salti, non assomiglia ai canoni estetici del “ danseur noble”, Ivan Vasiliev, prodigioso ballerino, nato a Vladivostok, città ucraina, più nota per l’industria pesante che non per la Accademia di Ballo.

Omonimo del grande, Vladimir Vasiliev, ex stella del Bolshoi, senza avere alcuna parentela con il predecessore, Ivan, dal suo metro e 75 centimetri di altezza, spesso messi in discussione, non ha eguali nella storia dei ballerini classici russi, per sapersi librare nell’aria , con potenza esplosiva di notevole levatura, al pari del “Tartaro volante” RUDOLF NUREYEV, suo idolo da sempre.

Divenuto recentemente anche Principal dell’American Ballet, muove i primi passi all’età di 4 anni, in un gruppo popolare folkloristico, rimanendo folgorato, all’età di 9 anni dalla rappresentazione del balletto classico di Don Chisciotte, chiedendo alla madre di poter studiare la tecnica.

La scelta provvidenziale viene premiata con la vincita all’età di 15 anni, della Medaglia di bronzo alla Competizione di Varna, e a soli 17 anni, diventa il più giovane solista nella storia del teatro Bolshoi.

Per anni, sotto i riflettori del gossip, per la relazione amorosa con la sua compagna di palcoscenico, Natalia Ossipova, fanno scintille in scena , per l’alchimìa, ed il temperamento che li accomuna.

Recenti i successi conquistati al teatro alla Scala nel ruolo di Quasimodo e Jewels di Balanchine.

Ad oggi Ivan, convolato a nozze con la ballerina Marja Vinogradova, lo troviamo in tour in Italia, a Parma, mano nella mano, fuori dal teatro, come due giovani innamorati qualunque, ma con un’allure speciale, a conclusione di una straordinaria esibizione di Danza.

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