Quando i segreti di famiglia vengono svelati

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È tempo di aperture di stagione e il Teatro Vittoria, capitanato dalla poliedrica Viviana Toniolo, lo fa seguendo il suo stile che lo contraddistingue da sempre. La commedia Segreti di famiglia, scelta per l’occasione, è un testo un poco dolce e molto amaro sui rapporti fra madre e figlio.

L’autore, Enrico Luttmann, ha costruito una drammaturgia a scomparti, simile a un antico mobile rinascimentale, dove ogni cassetto o stipo contiene a sua volta un altro vano.

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In questo modo un segreto si lega all’altro e viene svelato con semplicità, allietando gli ultimi giorni di questa madre un po’ stramba, il cui nome, Grazia, è assolutamente l’opposto del suo carattere.

Nomen omen, per entrambi i protagonisti

A tirare le somme insieme a lei, in questa casa-scatola-di-ricordi, c’è l’unico figlio: Adamo.

Così anche questo “primo uomo” – e l’unico, se si eccettua un padre assente nella storia e sulla scena – si fa carico, fra mille difficoltà emotive, del difficile percorso della madre dal primo appuntamento per la chemioterapia fino alla fine, consapevolmente deliberata.

In effetti, l’occhio con cui ci è presentata la vicenda è chiaramente quello di Adamo, che apre e chiude la pièce dialogando con il pubblico.

Un occhio pieno di quella tenerezza, di quella spontaneità che Stefano Messina, a tratti, sa infondere nel personaggio, il quale però a volte resta privo di un vero carattere, nonché di una più profonda evoluzione.

Forse è un difetto di scrittura o forse il personaggio ha bisogno di più tempo per maturare o, infine, potrebbe non essere pienamente nelle sue corde di professionista della scena disinvolto e attento.

Il centro della scena, di questi Segreti di famiglia, è allora per Viviana Toniolo, perfettamente a suo agio in ogni atteggiamento di Grazia, come in ogni sua mise. Rende le battute efficacemente comiche, illumina i momenti più drammatici con un sorriso o una smorfia del viso, dosa l’emozione in vista di un finale che fa salire un brivido quando, seduta sulla “sua” poltrona, con un magnifico turbante, è colpita da una luce di taglio che ce ne rivela tutta l’intensità interiore.

La regia di Marco Maria Casazza fa muovere i personaggi in due spazi, quasi separati. Raramente la madre scende dalla sua pedana-salone, con più frequenza il figlio entra nello spazio materno.

Forse per questo in alcuni momenti viene meno la fluidità di entrambi gli interpreti, che restano statici nelle loro posizioni deputate, anche se sotto le belle luci di Valerio Camelin e all’interno delle interessanti scene di Valeria di Pietrantonio, proprio mentre ci si aspetterebbe un’accelerata che non arriva.

Molto divertente è l’inserto extrascenico delle telenovelas che accompagnano, come un leit motiv, lo svelamento di questi segreti. Applausi sinceri del pubblico, abbonati e molti addetti ai lavori, hanno salutato l’inizio di questa nuova stagione.

Segreti di famiglia
di Enrico Luttmann
regia Marco Maria Casazza
con Viviana Toniolo e Stefano Messina
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