Il mio lavoro come fotografo ritrattista è quello di sedurre,divertire e intrattenere.
Questo mondo fatto di charme, fascino e sensualità è in mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma con la personale intitolata “White Women, Sleepless nights e Big Nudes” di uno dei fotografi più rappresentativi del XX secolo: Helmut Newton.
Nato nel 1920 a Berlino da genitori ebrei e cresciuto nella buona borghesia dell’epoca, Helmut Newton (pseudonimo di Helmut Neustadter) coltiva fin da piccolo la grande passione per la fotografia che lo porta a collaborare, dopo aver frequentato il liceo, con la fotografa tedesca conosciuta come Yva esperta in scatti di moda e nudi artistici.
Lasciata la Germania nel 1938 a seguito delle leggi razziali, intraprende il suo primo lavoro da fotografo a Singapore presso il “Singapore Straits Times”.
Dopo un periodo trascorso come fotografo freelance, è verso la fine degli anni 50 che Newton decide di dedicarsi alla fotografia di moda cominciando, una volta stabilitosi a Parigi,una carriera da “fashion photographer” professionista.
Inizia a delinearsi così la sua particolare visione stilistica fatta di immagini caratterizzate da una forte sensualità ed erotismo in cui i soggetti coinvolti mostrano una prepotente aggressività corporea.La successiva collaborazione con le più grandi riviste di moda tra cui Vogue,Elle, GQ,Vanity Fair, permettono ai suoi scatti di fare il giro del mondo, un erotismo patinato che diverrà il suo segno distintivo, un marchio caratterizzante per il resto della sua carriera artistica.
E’ solo nel 1976 all’età di 56 anni e all’apice del suo successo che Newton decide di curare la stampa del suo primo libro monografico dando vita all’ormai leggendario “White Women” onorato, immediatamente dopo la pubblicazione, dell’autorevole Kodak Photobook Award, a cui poi altre due monografie faranno seguito “Sleepless Nights” del 1978 e “Big Nudes” del 1981 rappresentando ancora oggi gli unici libri curati e ideati dall’autore in prima persona. I 180 scatti in mostra al Palazzo delle Esposizioni provengono proprio da queste tre pubblicazioni grazie ad un progetto fortemente voluto dalla vedova dell’artista June Newton e curato da Mathias Harder dell’Helmut Newton Foundation di Berlino.
Il viaggio in cui lo spettatore viene accompagnato si snoda attraverso una teoria di sale espositive, tre per l’esattezza ognuna dedicata ad uno dei libri monografici.
Sono gli scatti tratti da “White Women” a fare da apri pista e ad immergere il visitatore nell’affascinante universo dell’artista tedesco che proprio sul finire degli anni ’70 scardina quelli che sembrano essere i fulcri imposti dalla morale e dalla società rivoluzionando l’immagine del mondo della moda, fino ad allora legata a certi elogi estetici ,e introducendo un fattore esteticamente molto vicino ai suoi canoni di bellezza: il nudo.
La donna infatti, musa assoluta per Newton, viene completamente svestita imprimendo sulla pellicola un nuovo concetto di bellezza e di ricerca dell’intimità femminile e trasformando le immagini in visioni singolari e provocatorie. Un nudo prepotente ed esaltato al massimo della sua forza espressiva, esibito nelle forme perfette delle bellissime modelle che porterà a ridisegnare radicalmente il ruolo assunto dalla donna nella società fino ad allora; il nudo inteso, infatti,come simbolo di libertà.
Una donna forte e ampiamente consapevole del proprio potere seduttivo ed attrattivo si distingue tra le foto in bianco e nero e tra quelle a colori coinvolta in un gioco fatto di erotismo e mistero, un gioco che conduce lo stesso fotografo a spingersi oltre, negli scatti tratti da “Sleepless Nights” in cui le protagoniste davanti all’obiettivo mimamo pose sensuali ed eleganti a volte portate all’estremo e trasformandosi in una pulsione erotica feticista.Qui le immagini assumono la forza incisiva del ritratto e del reportage grazie alla scelta stilistica di Newton di scattare le foto in spazi aperti come la strada o la splendida cornice dell’ isola di Capri e soprattutto di notte lontano dalle canoniche ambientazioni da studio a voler suggerire la volontà di proporre qualcosa di completamente differente e unico.
Nella sezione dedicata a “Big Nudes” l’artista celebra l’inizio di una nuova dimensione quella delle gigantografie dove i corpi nudi delle modelle a figura intera sono ritratti in studio, in seno ad una grande capacità tecnica, e riprodotti a grandezza naturale.Le fotografie saranno esposte nelle gallerie e nei musei di tutto il mondo consacrando definitivamente Helmut Newton come icona della fashion photography.
Gli scatti di questa mostra segnano un percorso artistico unico per lo spettatore, una narrazione in cui l’autore impegnato in una continua ricerca stilistica ed estetica insinua,nell’occhio di chi osserva,una verità aggiunta incoraggiandolo ad un esperimento interpretativo assolutamente personale.
La mostra è promossa da Roma Capitale- Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, da Azienda speciale Palaexpo, dalla Helmut Newton Foundation, in coproduzione con Civita e in collaborazione con GAMM Giunti.