Sul palco del Teatro della Cometa, dal 19 aprile al 7 maggio, il thriller-commedia Chi è di scena scritto e diretto da Alessandro Benvenuti, accompagna il pubblico tra risate e attimi di suspense in un avvincente ed insolito racconto.
Una pièce che segue i ben collaudati schemi dei precedenti lavori dell’autore, svelando inizialmente una finta verità, che attraverso originali e inattesi svolgimenti verrà capovolta con grande meraviglia dello spettatore.
La leggerezza con la quale vengono affrontate le vicende personali dei protagonisti, permette di sviluppare importanti tematiche con fresca e pungente ironia.
La scena è molto semplice, quasi scarna: in primo piano troneggiano due poltroncine abbinate ad una elegante chaiselongue in fondo al palco.
In questo salottino domestico si svolgerà l’intervista ad uno stravagante regista teatrale (Alessandro Benvenuti), che ormai da anni ha abbandonato le scene senza un apparente motivo, condotta da un suo giovane ed infervorato fan (Paolo Cioni).
Il famoso personaggio vuole svelare il vero motivo del suo ritiro, sorseggiando un infuso di malva, in un’atmosfera a prima vista tranquilla, minata unicamente da una strana presenza sullo sfondo… una donna (Maria Vittoria Argenti) che giace seminuda, avvolta sensualmente in una veste rossa, sulla chaiselongue, apparentemente sopraffatta da un profondissimo sonno.
L’intervista si trasforma ben presto in un incessante e bizzarro sproloquio del protagonista, incalzato dalle domande del suo ammiratore, sempre più esterrefatto.
Un dialogo condito da citazioni filosofiche e dantesche, che lascia lo spettatore con il fiato sospeso, tra tensione e normalità, assecondando i cambi d’umore e i fulminei ripensamenti dell’anziano attore. Il risultato dell’intervista è una visionaria autobiografia, condita di riflessioni sull’esistenza umana e sulle sue insoddisfazioni e accompagnata da aneddoti surreali e battute intrise di ironia e sarcasmo.
Il ritmo è incalzante e non permette, se non al termine dello spettacolo, di riconoscere il limite tra finzione e realtà, con una costante percezione di un qualcosa di indefinito ed irrisolto.
Un finale sorprendente segue quest’abile narrazione che coinvolge il pubblico tra comicità e suspense, battute ironiche e richiami all’attualità, lasciandolo senza parole e regalandogli profonde riflessioni sul teatro, quale affermazione e scoperta di sé stessi, quale luogo di incontri e illusioni, malattia e allo stesso tempo strumento salvifico per reagire ai traumi che la vita ci presenta.