Ma si dai, parliamo un po’ di eventi musicali.
Come accade da qualche anno, la metà di dicembre è caratterizzata da due eventi televisivi strettamente connessi con la musica leggera: la finale di X Factor e l’annuncio, con show televisivo, dei partecipanti al Festival di Sanremo.
Come vuole la tradizione italiana dove tutti sono politologi, allenatori di calcio, esperti in politica estera, facciamo un po’ le pulci al direttore artistico del Festival (per il terzo, e dice ultimo, anno consecutivo alla guida), e i giudici di X Factor di quest’anno.
Partiamo dal Festival della Riviera dei Fiori
che abbiamo vissuto dall’interno per una decina d’anni in varie vesti (e uno lo abbiamo anche vinto, nel 2000, con l’ormai dimenticata Jenny B).
Il Festival di Sanremo non ha più senso di esistere. Non serve a nessuno, se non alla cittadina stessa e alle sue attività commerciali che per dieci, quindici giorni viene invasa (ma sempre meno) dal circo dell’industria musicale direttamente coinvolto (o non), pagando prezzi piuttosto alti per alberghi (dove ti obbligano alla pensione completa per sette giorni – ma difficilmente si consumano tutti i pasti in hotel), ristoranti e alloggi vari.
All’industria musicale non serve. Si vende pochissimo e quello che si vende non giustifica lo sforzo economico (solo in parte rimborsato dalla Rai), che la casa discografica affronta (prove, personale, alloggi, annessi e connessi).
Anche perché i nomi proposti, pur avendo belle canzoni come assicura il rassicurante Carlo Conti, non rispecchiano nella quasi totalità, la musica italiana.
Da anni comunque si dicono e si scrivono le stesse cose. E da anni le canzoni che hanno vita oltre la settimana del Festival sono davvero pochissime.
Vi ricordate il vincitore dello scorso anno?
Un aiutino…Gli Stadio. Di cui si ricorda più la defezione all’Eurofestival (troppo vecchi??) che la vittoria stessa.
Sul resto non è rimasta una canzone che sia una. Probabilmente hanno tirato su qualche euro con i concerti, le serate e i tour estivi nei piccoli centri.
Probabilmente, a nostra memoria, l’ultima conferma (conferma dico), arrivata da Sanremo è stato Marco Mengoni.
Quest’anno il cast non ha niente di differente da quello degli ultimi anni. Nei così detti Big non figura una band, un gruppo. Duetti come quello di Nesli (rapper) e Alice Paba (vincitrice dell’ultimo The Voice – Rai2), e Raige (altro rapper…boh mai sentito) con Giulia Luzi (più nota per la sua partecipazione a Tale e Quale – guarda caso di Carlo Conti, che per essere stata la Giulietta dell’ultima opera rock colossal di David Zard).
In pratica sono effettivamente quattro posti visto che è probabile che usciranno dopo il festival quattro album dei rispettivi quattro partecipanti. E’ un vecchio trucco…
Da anni poi la solita manciata di fuoriusciti dai Talent…Oltre alla già citata Paba, arrivano da Amici Sergio Sylvestre e Elodie, Michele Bravi e Chiara vincitori di passate edizioni di X Factor (non avendo fatto molto dopo la vittoria, tentano qui il rilancio).
Così come Giusy Ferreri, dalla prima edizione di X Factor sono passati diversi anni e fortune alterne.
Una buona dose di nomi popolari, quali Al Bano, Ron, Zarrillo, Turci, Mannoia, Moro, Masini, D’Alessio: un minestrone nazional popolare.
L’alternativa, se così possiamo definire, è rappresentata quest’anno da Samuel – voce e anima dei Subsonica – che sta tentando la carriera solista, già salito con il suo gruppo sul palco dell’Ariston nel 2000 con la stupenda e indimenticabile “Tutti i miei sbagli”.
Arriviamo poi a qualche nome che sta cercando di farsi strada con proposte fresche come Ermal Meta e Francesco Gabbani già visti nella sezione Nuove proposte delle precedenti edizioni.
La parte più giovanilistica è rappresentata da (un altro) rapper, Clementino, e da Alessio Bernabei al suo secondo Festival senza Dear Jack.
E poi due ragazzotte. Ludovica Comello (prezzemolina…da Violetta, a presentatrice, a pagine rosa), e la misteriosa Bianca Atzei. Del resto la raccomandata di turno ci deve sempre essere altrimenti che Festival è.
Non ci soffermiamo sui giovani solo perché non ne conosciamo nessuno.
Passiamo ad XFactor
Altro paragrafo quello su X Factor la cui decima edizione si concluderà in un affollatissimo Mediolanum Forum, giovedi 16.
I quattro arrivati in finale sono, per motivi diversi, davvero i più meritevoli. Gaia, ragazzina della bassa padana, ha voce, grinta e presenza scenica che ricordano Joss Stone.
Roshelle dal capello poco curato platino rosa, non ha grande appeal (forse per il suo mentore Fedez…), ma idee chiare e discreta voce. Ma del suo genere, rap, black, soul, in giro c’è già molto.
Entrambe fanno parte della squadra di Fedez (under donna), l’unico che ha portato in finale due dei quattro concorrenti della squadra.
Terza donna in finale è Eva ultima rimasta della squadra over del giudice rivelazione Manuel Agnelli (bravo, competente, equilibrato e sincero), esperienze da raccontare e l’unica con inedito in Italiano.
Infine la storia incredibile dell’ultimo gruppo rimasto ad Alvaro Soler (bellino, ma giudice troppo morbido), i bravissimi Soul System. Ricordiamo infatti che all’ultima scrematura erano stati scartati da Soler a favore di una teen band che però ha rifiutato la partecipazione, non convinta dei vincoli contrattuali imposti dalla casa discografica.
Ripescati da Alvaro, sono arrivati grazie alla loro bravura, alla presenza scenica, alla simpatia, ad arrivare fino in fondo.
Nessun concorrente per Arisa, che ha pagato lo scotto di imputarsi con un concorrente, riuscendo a trascinarlo per diverse puntate (e a nulla è valsa l’uscita volontaria del duo di Soler), ma non arrivato neppure tra i primi cinque semifinalisti (il quinto, il bravo over Andrea, purtroppo un po’ in discesa nell’ultima puntata).
Chi vincerà giovedi?
Per noi i Soul System, ma potrebbe essere una delle due ragazze. I rispettivi singoli sono molto forti: Roshelle con What U Do to me è al secondo posto della classifica di I Tunes e Gaia con New Daws è al quarto.
Meno chance per Eva con Voglio andare fino in fondo.
Due eventi quindi diversi.
Sempre Nazional Popolare il primo (e comunque visto, non si sa da chi, ma visto), più di respiro ovviamente internazionale il secondo, grazie non solo al format e ai quadri del sempre fantasioso Luca Tommassini, ma anche dalla bravura e dalla simpatia (a parte la poco felice scarpa senza calza) di Alessandro Cattelan.
Ma eventi di cui nel bene (poco) o nel male (tanto) si parla. Come dei direttori artistici o come dei giudici…
Per questo articolo le immagini di Roshelle, Eva, Gaia e Soul System sono state fornite dall’Ufficio Stampa manifestazione. Si declina ogni responsabilità riferibile ai crediti e riconoscimento dei relativi diritti.
Le foto Fiorella Mannoia e Giulia Luzi sono di proprietà de La Nouvelle Vague Magazine