Sanremo, considerazioni del sabato mattina. Si perché l’ultimo appuntamento di questa sera con il Festival sarà solo una formalità.
I giochi sono fatti, tutti. L’esclusione di tre “anziani” (Giusy Ferreri è inqualificabile), veterani della riviera ligure, la vittoria di un ex di Amici nelle nuove proposte (con fidanzata nei big) ha chiuso questa edizione di Sanremo.
Si potrà pensare che alla fine ha vinto il pubblico televisivo giovane. Forse. Del resto anche in giuria vi erano personaggi noti ai giovani come la blogger Greta Menchi (dubitiamo abbia votato per D’Alessio o Al Bano), personaggi radiofonici come Linus (Radio DeeJay) e Giorgia Surina (RTL 102.5). Quest’ultima non poteva eliminare Bianca Atzei visto che è sponsorizzata proprio dalla sua emittente.
Nomi come Violante Placido, ufficialmente attrice, ma anche musicista “alternativa”.
Il regista Paolo Genovese, la cui produzione è rivolta ad un pubblico che potremmo definire “young adult”, giovani adulti, o adulti che si sentono giovani.
E poi Andrea Morricone, figlio del grande Ennio e, come il noto padre, direttore d’orchestra e autore di colonne sonore, che improvvisamente deve essere diventato sordo per far passare Lodovica Comello.
Rita Pavone poi ha sempre avuto un occhio di riguardo verso i giovani, tanto che ha dichiarato che la maggior parte delle canzoni sono “vecchie”.
E a capo di tutto questo il grande Giorgio Moroder.
Si quello che ha inventato Donna Summer e la disco negli anni ’70. Quello che nel 2017 , all’alba dei 77 anni (aprile 1940), si è ributtato letteralmente in pista ritornando a fare il dj. E da dj ha presumibilmente escluso tutto quello che non ha ritmo e non ha immagine.
Se il peso della giuria di qualità è, da regolamento, preponderante, sicuramente lo è stato anche quello del televoto.
Televoto come ad Amici, come a X Factor.
Il televoto giovane della generazione smartphone, della generazione blogger e youtuber, quelli che una volta si chiamavano “nerd” (nell’immaginario tutti smanettoni con occhiali spessi come il fondo di bottiglia) e ora invece sono i trend setter, versione 2.0 dei giovani inglesi degli anni ’60 così ben raccontati in “Absolute Beginner” dove tutto, ma proprio tutto, era rivolto e deciso dai teen ager, i nuovi acquirenti.
Fino a qualche anno fa il problema era opposto.
Come inchiodare davanti alla tv i giovani che regolarmente escono?
Negli anni ci hanno pensato i social network, i tablet e gli smartphone. Si perché il festival si guarda anche (o soprattutto) con questi strumenti. Non c’è bisogno del vecchio tubo catodico. Per cui il risultato di ieri è la logica conseguenza delle nostre considerazioni. Perché meravigliarsi?
Il pubblico “Adult” ora è quello che esce, che va al cinema, nei locali, ai ristoranti. Ma soprattutto è il pubblico che è cresciuto con un certo tipo di musica (rock essenzialmente) che non è né quella degli esclusi, ma neppure quella dei rimasti in gara (tranne alcune eccezioni).
Il risultato di questa sera, alla luce di quanto scritto, potrebbe dare qualche sorpresa. Agli “Adult” non positiva. Potrebbe davvero salire sul podio una Comello o una Elodie o un Sylvestre anche se le loro canzoni o le loro interpretazioni sono dubbie.
Non facciamo previsioni, non alla luce di quanto scritto, perché davvero potrebbe accadere di tutto. Noi nel frattempo siamo in partenza per Livorno per andare a vedere in anteprima il prossimo musical rock “Musica Ribelle” che non è certo quella che si sentirà stasera al Festival.
Un suggerimento per il prossimo Festival. Chiamatelo in un altro modo. Fate un concorso a reti unificate che comprenda il meglio di Amici, X Factor, The Voice, Italian’s Got Talent, Tu si que vales, (abbiamo dimenticato qualcosa?).
Perché il festival della canzone italiana ha chiuso, con questo anno, un’epoca.