Una tragedia di fragilità e manipolazione, dove l’umanità più oscura prende vita. La regia di Igor Pison offre uno spettacolo forte e inquietante, che trasforma il disagio in riflessione profonda.
Lo spettacolo Woyzeck di Georg Büchner ha aperto la stagione 24/25 del Teatro Stabile Sloveno di Trieste, ed è già in partenza per il teatro Prešeren di Kranj (Slovenia), con il quale è in coproduzione.
Il dramma vede la luce nel 1937 e fa riferimento a fatti realmente accaduti: Georg Büchner, medico e drammaturgo, trovò ispirazione per Woyzeck nella storia vera del barbiere di Lipsia, Woyzeck appunto. Il protagonista, accusato di omicidio, dichiarò al medico legale Johann Clarus, incaricato di analizzare il caso, di trovarsi già da diversi anni in uno stato di torpore mentale e smarrimento. Confermata la sua incapacità di intendere, Woyzeck fu condannato nel 1823 all’impiccagione.
Facile desumere quindi che molto si basi su fonti documentarie e anche sulle discussioni alimentate dai giornali dell’epoca attorno a questo delitto.
Quella di Woyzeck è una società terribile, un’umanità composta da individui che vivono di espedienti, brutali e abbrutiti. Dove il richiamo alla virtù è solo uno strumento retorico che finisce per dimostrare il suo contrario.
In uno scenario di una società senza speranza, nè di miglioramento nè di redenzione, a farne le spese sono inevitabilmente gli “ingenui” i fragili di mente. Le facili prede di strumentalizzazione, che a loro volta da vittime diventano carnefici.
Una società che lava se’ stessa con il sangue, non poteva trovare resa migliore che nella regia di Igor Pison che ha abituato il pubblico ad assistere ai suoi lavori con i pugni chiusi e gli occhi stretti. Come sulle montagne russe, che un po’ vuoi che finisca ma un po’ ti piace.
Il contesto storico della messa in scena è senza tempo, cosa che all’inizio potrebbe disorientare lo spettatore, ma dopo poco si apre la possibilità di mille raffronti e analogie tra passato e presente. Le carogne di una volta, le carogne di oggi. Nessuna differenza, in fondo.
Forte, disturbante. Ci è piaciuto.
Il ruolo del protagonista è interpretato da Blaž Setnikar, volto noto del cinema, della televisione e del teatro sloveno, quello di Marie, compagna di Woyzeck, è affidato a Tina Gunzek. A comporre il mondo dell’umanità distorta di Woyzeck gli attori Borut Veselko, Aljoša Ternovšek, Primož Forte, Nikla Panizon e Miha Rodman, mentre nel ruolo del Tamburmaggiore, principale causa della tragedia passionale, troviamo l’attore e musicista Nicola Ciaffoni, che collabora per la prima volta in una produzione dello Stabile Sloveno.
La scenografia è firmata dalla viennese Anneliese Neudecker. I costumi sono stati ideati da Ana Janc, le luci da Andrej Hajdinjak, il trucco (tatoo inclusi!) è a cura di Matej Pajntar.
foto TSS@LucaQuaia