Ha debuttato mercoledì 10 Novembre, nell’inedita (rispetto al passato del Festival) sede del Museo Revoltella, la sezione Salón México del Festival del Cinema Ibero-Latino Americano di Trieste.

Se le scorse edizioni del Festival hanno dato la possibilità agli spettatori di scoprire la comunità ebraica, sia a Trieste che nei suoi legami con l’America Latina, la trentacinquesima edizione fornisce l’occasione di avventurarsi, insieme alla parallela sezione sulla Spagna, anche negli aspetti peculiari del Messico, sia con le pellicole in sala che con quelle visionabili online.

Il prestigioso accordo con Chapultec

Salón México, è possibile e si inserisce, all’interno di un prestigioso accordo di scambio culturale stretto dall’APCLAI – Associazione per la Promozione della Cultura Latino Americana, che organizza il Festival, e il Museo Nazionale di Storia del Castello di Chapultepec (che risponde al Ministero della Cultura del Messico).

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Da giugno 2022 infatti, APCLAI curerà un programma analogo a quello di Salon Mexico, ma riguardante l’Italia, nel Castello di Chapultepec, che fu residenza dell’Imperatore Masimiliano a Città del Messico.Un modo per far conoscere ai visitatori, solitamente statunitensi e canadesi,  l’Italia e la sua cultura, con documentari su arte, città d’arte, tradizioni culinarie, personalità che hanno reso mondialmente conosciuto il Belpaese.

Salón México

Un primo sguardo sul Messico ci viene dal documentario di Rosa Adela López Zuckermann, che approfondisce la figura di Diego Rivera in  Diego Rivera, nacimiento de un pintor.

In una ventina di minuti è condensata la vita, accademica e creativa, di uno dei più grandi artisti messicani.

Dai primi disegni, ai primi studi sulla sezione aurea e sul segreto dell’armonia, dietro l’equilibrio della quale si cela il piacere estetico di un’opera, secondo Rivera.

Gli incontri importanti di “El ingeñero” avuti nella sua vita e spesso immortalati attraverso personaggi dei suoi dipinti, personaggi come, tra gli altri, José Guadalupe Posada e l’amore di una vita Frida Khalo.

Alla sua opera di pittore è successivamente legata quella forse ancora più incisiva di muralista.

Rivera è infatti autore di alcune delle opere murali più importanti e imponenti, presenti in varie cittadine del Messico e degli Stati Uniti.

Una tra, se non l’opera più importante, Sueño de una tarde dominical en la Alameda Central, dipinta nel 1947, dopo vari trasferimenti a causa dei terremoti avvenuti negli anni successivi, è ora ospitato al Museo Murale che prende proprio il nome dell’artista: Museo Mural Diego Rivera.

Un museo realizzato per onorare la memoria e l’opera di questo straordinario artista messicano

A los pies del volcán Tlaxcala

La stessa autrice del documentario, Rosa Adela López Zuckermann, è autrice di un altro film documentario ospitato al Festival che ben racconta il Messico.

A los pies del volcán Tlaxcala, anche se racconta un solo stato, ci presenta uno spaccato importante relativo alla ricchezza messicana.

Ricchezza del territorio, con la coltivazione e la produzione di agave e pulque.

Ricchezza di tradizioni familiari che si tramandano a volte anche da più di qualche secolo.

Una è ad esempio quella legata al pane, prima lavorato da mais e poi dal grano; ma anche la tradizione del tessere a telaio.

La ricchezza artistica: quella proveniente dalla produzione e lavorazione della ceramica, molto esportata negli Stati Uniti.

Dalla nuova tradizione, che si spera diventi una di quelle tramandate tra le generazioni, dell’intaglio del legno.

Nonchè, proprio a riguardo, le tradizionali maschere del Carnevale intagliate proprio create proprio a partire dal legno.

La ricchezza delle haciendas, una delle organizzazioni sociali storicamente più radicate che, tra le altre cose, si occupa anche dell’allevamento dei tori.

Ma anche, e soprattutto, la ricchezza umana della popolazione messicana.

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