La compagnia Anagoor torna a Trieste con Rivelazione, sette meditazioni intorno a Giorgione in scena dal 12 al 17 febbraio al Teatro Politeama Rossetti.
Nella scorsa stagione avevamo assistito al complesso spettacolo corale Virgilio Brucia , quest’anno Anagoor presenta una performance-gioiello, con entourage e dimensioni contenuti, sulla vita del pittore Giorgione.
Scenografia ridotta al minimo, due microfoni, un piedistallo su cui sono appoggiati dei libri e due piccoli schermi verticali. Attore unico, Marco Mengoni ci accompagna con la voce tra le nebbie che circondano la figura di uno dei più importanti esponenti della scuola veneta.
Lo spettacolo, ideato da Simone Derai e Laura Curino nel 2009, si articola in sette cornici tematiche (silenzio, natura umana, desiderio, giustizia, fede, diluvio, tempo) attraverso cui lo spettatore è condotto piacevolmente a collezionare informazioni sul pittore. Per l’appunto Sette meditazioni intorno a Giorgione , perché il movimento narrativo e drammaturgico è quello di guardare di sbieco alla vita dell’artista – come ci spiega Mengoni – imperscrutabile altrimenti, come lo è un banco di nebbia. Tracciando storie apparentemente non pertinenti, la performance che assume i tratti di una lectio, nel pieno gusto Anagoor, dà corpo all’evanescente Giorgione.
Voce, suoni, immagini in contro-tempo
Marco Mengoni nell’intimità della Sala Bartoli (ri)trova e restituisce una sincerità performativa considerevole. Conduce a proprio agio le meditazioni, destreggiandosi attraverso una consistente molteplicità di fonti storiche, sperimentando diverse modalità espressive e ricorrendo anche all’uso del dialetto. Lo spettacolo, sebbene abbia una struttura coinvolgente grazie alle stazioni tematiche ben segnalate e definite, rimanda a una materia di cui almeno in parte bisogna aver già contezza per poterlo apprezzare a pieno. Ma questa è la cifra stilistica di Anagoor, e chi li segue li ama!
Il tappeto sonoro curato da Mauro Martinuz aiuta lo spettatore a orientarsi e potenzia il lavoro espressivo di Mengoni con intelligenza. Fondamentale il percorso video ideato da Moreno Callegari che mostra, in un ricercato contro-tempo rispetto ai suoni e alla voce, i dipinti di Giorgione. Se il doppio schermo priva lo spettatore della fruizione totale delle opere, allo stesso tempo gli concede di goderne i particolari che solitamente passano inosservati. Come una lente di ingrandimento gli schermi permettono allo spettatore di studiare i dipinti e lo guidano nello scovarne i molti rimandi.
Le incursioni del contemporaneo
Molte sono le intuizioni avvincenti e convincenti di questo percorso ma la parentesi sul contemporaneo, sebbene giunga da una riflessione coerente, spezza e confonde. L’incursione delle immagini dell’attentato alle Torri Gemelle traduce la denuncia degli autori a combattere l’Anticristo, il nemico escatologico di tutti i tempi, che a ben vedere siamo proprio noi.
«L’Anticristo è l’orrore di un’umanità che guarda solo se stessa. Un’umanità che rinasce dalla storia e si crede sempre eternamente giovane. Un’umanità che volge le spalle alla storia, alla filosofia, all’esperienza altrui e si fida delle sue sole misure, insofferente all’imparare dai saggi di altri mondi».
Anche questo argomento sarebbe potuto esser indagato di sbieco, come il resto, per poter essere visto meglio attraverso la nebbia.
Rivelazione, un cadeau
La performance immersa nel buio, grazie alla narrazione vocale, sonora e visiva lascia allo spettatore la scoperta dei meravigliosi particolari delle opere di Giorgione. Gli elmi a specchio, i colori pastello delle vesti, la delicatezza degli incarnati, la consistenza delle ciocche e soprattutto le chiare intenzioni dei volti divengono un cadeaux colorato, luminoso e tangibile da portare a casa.
Rivelazione fa risorgere dalle nebbie il colore dell’arte, della poetica e dell’epoca di Giorgione, il maestro della pittura tonale.