E’ uscito all’inizio di questo mese “Se ami qualcuno dillo”, romanzo d’esordio di Marco Bonini. Il volume è edito da Longanesi per la collana La Gaja scienza.
L’autore lo ha presentato ieri alla Libreria Lovat di Trieste in un incontro col pubblico moderato dalla giornalista Martina Vocci
Marco Bonini, classe 1972. Attore, sceneggiatore e ora anche scrittore. Non si creda però che sia un altro di quegli artisti che si reinventano “altro”.
Questo romanzo nasce più di dieci anni fa ma ha preso forma solo nell’ultimo anno.
Questo grazie all’incontro fortunato di Bonini con Barbara Migotto ( manager culturale e ricercatrice di nuovi talenti per GeMs-di cui fa parte Longanesi) quando il primo ha preso parte alla raccolta di racconti di Every Child is my child.
Alla Migotto piacque così tanto il racconto di Bonini da chiedergli se avesse qualche altro progetto nel cassetto o in questo caso nel computer.
Computer quello di Bonini pieno di possibili soggetti cinematografici tra cui appunto anche “Se ami qualcuno dillo”.
Non solo un romanzo
“Se ami qualcuno dillo” non è solo un romanzo, una storia familiare romana come ce ne possono essere tante.
Non è solo una storia intergenerazionale, il cui fulcro è una nuova occasione di conoscenza tra un padre un figlio ma anche l’idea che un evento drammatico come l’infarto di un padre possa permettere a un figlio di cambiare la propria vita e di cercare di salvaguardare quella del nipote.
Quattro generazioni dicevamo: Marco (il nonno), Sergio, Marco (che porta il nome del nonno come in ogni famiglia patriarcale che si rispetti) e Rinaldo (figlio di Marco).
Sergio rischierà la vita e da quell’evento drammatico partirà l’indagine di Marco sulle cause dell’infarto del padre.
Si scoprirà così che una situazione del genere non era poi tanto imprevedibile; non a caso nella famiglia di Sergio e Marco è ricorrente la malattia cardiaca, la malattia del muscolo dell’amore come lo chiama Bonini.
Un cuore quello di Sergio, e ancor prima del nonno, non addestrato a condividere e dimostrare le emozioni, tradizione che cambierà.
Riuscirà Marco a cambiare questa tendenza e a trasmetterlo al figlio?
Al pari della riabilitazione cognitiva del padre, che deve ripartire da zero e re-imparare a fare tutto, anche le cose più semplici, Marco porta avanti una riabilitazione emotiva.
Perché anche gli uomini hanno il diritto a essere più maschi, non meno, aprendosi alle emozioni.