Un album, una storia. Quella incredibile che ha portato alla nascita di uno dei progetti più importanti della discografia dei Beatles: “Revolver”.
È questo il filo conduttore dello spettacolo andato in scena il 27 novembre al Teatro dei Documenti di Roma.
Grazie alla narrazione incalzante di Davide Verazzani, coautore del documentario insieme con Sergio Russino, l’opera è riuscita a coniugare l’interesse col divertimento, ricostruendo tanti retroscena nascosti.
Il racconto, coinvolgente e mai banale, ha saputo risvegliare la curiosità degli spettatori senza diventare troppo pesante o tecnico. Il pubblico ha potuto percepire il grado sperimentazione musicale che i Beatles avevano in mente di realizzare con quel famoso album del 1966. Una fusione di nuove assonanze e composizioni in chiave psichedelica e innovativa.
È questo il lavoro che rappresenta la prima svolta nelle vite artistiche dei quattro musicisti, che già sono idolatrati da tutto il mondo.
Il presentatore indaga ogni singolo brano di Revolver, svelando episodi, commenti e momenti che solo i Beatles sono riusciti a regalarci.
E ci fa capire come in realtà nulla sia casuale nel processo di creazione musicale tipica della band inglese.
Videoclip originali accompagnano l’avvincente narrazione che scavalca qualsiasi confine temporale. Sembra quasi di trovarsi fra i musicisti stessi, di vivere insieme a loro un’avventura dopo l’altra, in quella magica atmosfera rock e rivoluzionaria degli anni sessanta.
Anche la copertina scelta sembra andare controcorrente rispetto a tutte le novità presenti in campo musicale: in un’epoca dai mille colori sgargianti i Beatles decidono di adottare il bianco e nero.
Il passaggio in rassegna delle nuove tecniche musicali inventate proprio dai quattro segna lo stile avanguardistico del gruppo, che anche nella definizione del titolo da dare all’album ricorre a una metafora dall’alto valore simbolico.
Revolver richiama l’immagine del disco acetato che si riavvolge, ma fa riferimento anche allo sparo di una rivoltella.
Ed ecco la suggestione più forte: i Beatles che colpiscono e stravolgono il concetto stesso del fare musica, suonando quelle nuove melodie che si trasformeranno nel punto d’inizio di una nuova era.