Tra realtà parallele e scenari futuri post apocalittici, stiamo entrando nel vivo la ventesima edizione del Trieste Science + Fiction. Come ogni anno il programma è fitto tra documentari, film e incontri online.
Per fortuna quest’anno c’è la possibilità di vedere i film entro le 24 ore dalla messa in onda; una soluzione perfetta per chi non vuole perdere neanche una proiezione. A farci compagnia e a introdurci le proiezioni è lo staff del festival.
Giornate dedicate ai cortometraggi quelle di venerdì 30 e sabato 31 ottobre 2020. Tra i più riusciti secondo noi c’è Memory shop di Christian Neu, che ipotizza un futuro dove grazie alla tecnologia sarà possibile acquistare i ricordi. Molto toccante anche The recycling man di Carlo Ballauri che invece ipotizza un futuro dove la procreazione sarà di esclusivo dominio della tecnologia. Abbiamo particolarmente apprezzato anche: Verdict 30001: The Coookies, Crawler, Imago, The lonely orbit, Neo Kosmo- Nuovo mondo, Frank & Mary, Human Trash. E infine un corto che ci è rimasto nel cuore, Gabriel di Pierfrancesco Artini, per la capacità di raccontare e rappresentare la solitudine emotiva e affettiva di una donna non più giovane.
Anche la scelta dei lungometraggi è stata molto vasta.
Segnaliamo Immortal di Fernando Spiner, regista argentino, diplomato al centro sperimentale di Roma. Immortal è la storia di Ana, tornata a Buenos Aires per l’eredità del padre, che si trova immischiata nei segreti delle ricerche scientifiche del visionario Dottor Benedetti.
E poi, degno di menzione, l’atesissimo Mortal di André Øvredal, una storia di supereroi che non rispetta le regole convenzionali del genere, la storia fantasy su un giovane, Eric, che scopre di possedere poteri divini basati sull’antica mitologia norvegese. Mentre si nasconde nella natura selvaggia della Norvegia occidentale, Eric uccide accidentalmente un adolescente in modo inspiegabile e viene braccato dalle autorità. In fuga, Eric scopre finalmente chi, o cosa, veramente è.
Segnaliamo in modo paricolare l’interessantissimo documentario Coded Bias, che racconta l’esperienza di alcune scienziate americane che lottano per i diritti civili in un mondo dove l’Intelligenza Artificiale è ormai onnipresente. Si tratta di una tecnologia suscettibile ai pregiudizi a causa degli algoritmi che si basano su dati che incorporano il passato e le credenze passate. Un modo per riflettere sulla società del presente, sempre più condizionata dall’intelligenza artificiale.
E non finisce qui: il festival continuerà a farci compagnia fino al 3 novembre. Scopri qui il programma dei prossimi giorni.