Il 15 dicembre sarà in scena, fino alla domenica successiva, Tea Room scritto da Raffaella Conti e diretto da Giancarlo Fares.
Racconta la storia di un uomo che lascia scorrere la propria vita evitando di assumersi le responsabilità delle proprie azioni. Raffaella Conti con questo testo dà voce alla difficoltà di aprirsi e affrontare la realtà, senza giudicare, ma accompagnando lo spettatore a sorridere e commuoversi attraverso atmosfere particolari in cui la musica ha un ruolo molto importante.
In scena Riccardo Averaimo, Lucia Batassa, Francesco Sala, Sara Valerio. Abbiamo intervista l’autrice
Di cosa parla Tea Room?
Il Tea Room è il locale gestito dal protagonista, Enrico.
In scena, però, il Tea Room diventa lo spazio interiore di Enrico, un uomo che si ritrova a dovere fare tutte insieme una serie di scelte che ha accuratamente evitato per tutta la vita.
In questo spazio interiore Enrico immagina finalmente di affrontare le persone più importanti della sua vita e trova il coraggio di farsi una vita sua.
Perché proprio questo titolo?
Molti anni fa, neolaureata al primo lavoro, ho vissuto in una cittadina della Toscana e il mio locale preferito si chiamava proprio Tea Room.
Questo locale e il suo proprietario rimarranno sempre nel mio cuore, anche se il personaggio di Enrico che io racconto è del tutto frutto della mia fantasia.
E’ un titolo che viene da lontano, insomma.
Perché hai sentito l’esigenza di raccontare questa storia?
Perché credo che la mancanza di coraggio e sia un nodo fondamentale nella vita di tutti.
Le decisioni non prese fanno parte della vita umana, ma dovremmo avere tutti il coraggio di affrontare la verità di quello che siamo perché se non lo facciamo rischiamo di trascinare involontariamente con noi le persone che ci sono più vicine, di ferirle inutilmente e di vivere una vita che non è veramente nostra.
Che messaggio vuoi lanciare al pubblico?
Che libertà vuole dire essere veramente se stessi e conoscersi il meglio possibile.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
In primo luogo, vorrei riproporre questo testo in altri teatri e contesti, anche fuori Roma.
Sto pensando di ricorrere a un crowdfunding per trovare le risorse economiche per portare avanti questo progetto, ma anche trovare nuovi contesti produttivi potrebbe essere interessante.
Mi piacerebbe anche potere mettere in scena il mio primo testo, Niente è come la mamma, nella sua nuova versione.
Inoltre, ho iniziato a scrivere un nuovo testo, ma l’impegno richiesto dalla messa in scena di Tea Room mi ha distolto completamente dalla scrittura nell’ultimo mese e mezzo.
Conto di riprenderlo al più presto e spero di poterlo poi mettere in scena una volta completato.
Per questo Articolo/Intervista le immagini sono state fornite dall’ufficio stampa dell’artista/spettacolo. Si declinano per tanto ogni responsabilità relative ai crediti e diritti.