Checco Zalone sbanca il box-office piazzandosi ai vertici degli incassi cinematografici italiani con il suo Quo vado?
Ne è passata d’acqua sotto i ponti da quando Luca Pasquale Medici alias Checco Zalone nel lontano 2005 si presenta ad un provino per Zelig incuriosendo a tal punto gli autori che dichiareranno in seguito come quel ragazzo dal fare singolare e informale li abbia fin da subito ammaliati.
Barese, classe ’77 e una laurea in giurisprudenza, si conferma oggi, attore, comico, musicista, cantautore, imitatore, cabarettista, conduttore televisivo e sceneggiatore italiano. Un bel mix.
Divenuto noto al pubblico con il brano Siamo una squadra fortissimi, uscito in concomitanza con i Mondiali di calcio del 2006 che videro l’Italia campione del mondo. Un caso…? Forse.
Il suo nome deriva dall’espressione ‘che cozzalone‘ ovvero ‘che tamarro’ usata nella sua nativa Puglia.
Con Quo vado?, arrivato nelle sale il 1 gennaio 2016, il mattatore porta in scena le vicissitudini di un dipendente pubblico che per non perdere il posto di lavoro accetta di cambiare continuamente sede.
Ha polverizzato se stesso togliendosi l’ultima preoccupazione: superare gli incassi di Sole a catinelle del 2013. C’è riuscito, infatti la pellicola ha raggiunto finora oltre 52 milioni di euro confermandosi il maggiore incasso di tutti i tempi per un film italiano e superando il guadagno del 2013 che si è fermato a 51.948.550 euro piazzandosi secondo soltanto ad Avatar.
A questo punto viene spontaneo pensare che Zalone possa ora sperare di raggiungere e superare i numeri del grande colossal scientifico.
Il produttore Pietro Valsecchi, evoca la trinità Sonego-Sordi-Risi, ma Checco si affretta a correggerlo:
Ci ispiriamo alla commedia italiana, senza paragoni con Sonego e i grandi citati da Valsecchi che sono di un altro livello. Ma certo è lì che guardo quando faccio le mie cose, tendo verso quel cinema e quei personaggi.
Programmi televisivi di punta come Matrix e Porta a Porta s’interessano al ‘fenomeno Zalone‘ dedicandogli intere puntate; diversi nomi dello spettacolo si sono congratulati con lui da Albano a Banfi, da Muccino a Celentano, tanto che quest’ultimo quando lo ha contattato, Zalone pensava si trattasse di uno scherzo. Discorso a parte invece per Verdone che interpellato da La Repubblica, ne elogia le doti ma precisa: “Se prende 1200 sale sa già che vince al primo cazzotto. Potrebbe lasciare qualcosa ai piccoli film. Non è una critica a lui, ci vorrebbero regole”. Dal canto suo, Checco ha replicato a Carlo dicendogli di avere detto una fesseria in quanto se un film non vale, lo si può presentare in tutte le sale possibili, ma tanto il risultato non muta.
C’è una percentuale di pubblico che storce il naso di fronte ai suoi lavori, specie su quest’ultimo, come una certa critica snob in quanto pare che il film abbia dei limiti e presenti dei clichè che finiscono per diventare grotteschi. C’è poi chi polemizza riguardo l’orientamento politico del comico anche se lui ha più volte affermato di non essere interessato alla ‘diatriba’.
Scrive di lui il Sole 24 Ore :
“Il risultato oggi è uno: al netto della fama che sette anni fa non aveva e dell’attesa di cui questo ultimo film ha goduto più dei precedenti, Zalone stravince con la satira del posto fisso, le campagne anti-spreco e anti-corruzione nel settore pubblico, il bacio alla scrivania, la sublimazione della tredicesima, la paura della disoccupazione, i cervelli in fuga e l’impegno a ritardare il più possibile l’ingresso di un trentottenne italiano nell’età adulta”.
Inoltre, Zalone segna una rivoluzione anche nel marketing: niente clip e trailer su YouTube ma solo sketch sui social. In Italia il film è stato distribuito molto più di Star Wars, per la precisione quasi il doppio. Esattamente in 1300 sale mentre Guerre Stellari solo in 800.
Checchè se ne dica c’è da ammettere che questo ragazzone barese piace, anche troppo. Tanto che c’è chi afferma che prima di lui vi fosse un ‘a.C’ Zalone mentre ora vi sarebbe un ‘d.C.’ Zalone…