Torna per il secondo anno consecutivo di repliche al Teatro Gioiello di Torino, Se ti sposo mi rovino, la nuova commedia scritta, diretta e interpretata da Marco Cavallaro.

Ed è ancora una volta un successo immediato.

In una girandola di bugie e situazioni paradossali, tra telefoni che squillano, campanelli che suonano sulle note dell’Ouverture del Guglielmo Tell di Rossini, persone e oggetti nascosti negli angoli  più improbabili della casa, il fedele maggiordomo assiste impotente al collasso di un collaudato programma di appuntamenti settimanali “a incastro” e si vede costretto a sottostare ai piani di rivalsa delle sfortunate e agguerrite, “promesse spose”.

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Quando una compagnia di attori lavora bene insieme ed è collaudata ormai da tre stagioni, gli effetti sul palco si notano con naturale immediatezza: le quattro attrici (Valentina Tramontana, Ramona Gargano, Ludovica Bei, Olimpia Alvino) interpretano altrettanti “cicloni”, esaltando ciascuna l’aspetto il tratto predominante della personalità dei loro personaggi (la donna manager, la rigida salutista, la bionda svampita  e l’ingenua ragazzotta in carne).

L’alchimia in scena  tra i due personaggi maschili è talmente evidente e allenata che la forza dello spettacolo ormai consiste su una forte, efficace e divertente componente di improvvisazione; alla quale, spesso, sera dopo sera, non si sottrae nemmeno il pubblico presente in sala, creando spontaneamente esilaranti situazioni che abbattono la quarta parete come una ventata di aria fresca.

Mentre Marco Cavallaro compie un uso abituale e sopraffino di freddure piazzate al momento giusto, Alberto Barbi – sempre a suo agio quando interpreta ruoli  che lo spingono a confrontarsi con la complessità dell’universo femminile – nel secondo atto opta per calarsi nei panni di un dongiovanni che vorrebbe mettere la testa a posto, ma il cui pensiero tende inevitabilmente alla ricerca del piacere nel contatto con le forme del corpo femminile.

Efficace la scelta dei brani che accompagnano la commedia, sottolineandone il carattere brillante: dai Four Seasons a Bruce Springsteen, passando per la discografia – pressoché completa – dei Ricchi e Poveri, eseguita con ingenuo brio dalla voce di Ramona Gargano.

La classica situazione assurda del ricco donnaiolo incallito, affrontata in un testo divertente e dinamico, che non fa mistero di attenersi scrupolosamente ai classici meccanismi della farsa. E il pubblico premia questo modo spontaneo di fare comicità con risate che definire disinvolte sarebbe un eufemismo  e applausi a scena aperta.

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