Incontriamo Mauro Bacheca, alle prese con il suo ultimo lavoro da regista, insieme con Roberto Celestini e Mariateresa Distaso.
Prima di tutto come nasce la vostra passione per il teatro? Come mai la scelta del nome “Thè alle 21”?
Le radici della nostra esperienza teatrale risalgono a più di quindici anni fa. Abbiamo lavorato insieme per un periodo piuttosto lungo poi ognuno ha preso strade differenti, chi in altre compagnie e chi, per ragioni personali, di lavoro e familiari, si è proprio allontanato dal palcoscenico.
La composizione della compagnia e talmente mutevole che non ha mai avuto la necessità di trovare la sua identità in un nome ma, sicuramente, si è ritrovata e realizzata in un meraviglioso rapporto di amicizia che ha risvegliato il desiderio di palcoscenico e di quel brivido adrenalinico che ne deriva.
Il nome “Thè alle 21” scaturisce in realtà da una consuetudine nata con Roberto. Fin dai primissimi incontri eravamo distratti dal copione da questa meravigliosa pausa Thè che da 10 minuti iniziali, è poi diventata di 20, 30 fino a coprire una buona metà delle prove. Ecco spiegato il nome che per noi ha un significato più profondo in quanto simboleggia il piacere ritrovato di stare insieme e condividere un esperienza ed una passione come quella del teatro.
Il fatto di non esservi costituiti come compagnia “stabile” è solo dovuto agli impegni delle singole persone o a causa delle difficoltà gestionali che s’incontrano in una città come Roma?
Inizialmente facevamo parte di una compagnia che aveva un numero tale di membri da permettere una gestione più accurata. Adesso si trattava di valutare se ne sarebbe valsa realmente la pena. Per motivi vari sono già due anni che siamo lontani dal palco e questo è il primo impegno che prendiamo non senza difficoltà, complicarsi ulteriormente l’esistenza con un aggravio a livello gestionale non avrebbe molto senso in questo momento, anche perché ci sono già delle realtà costituite nelle quali, eventualmente, potremmo confluire.
Le difficoltà ci sono ma, per certi aspetti, sono proprio queste difficoltà che distinguono l’amatore dal professionista. L’amatore deve rispettare gli impegni legati alla messa in scena conciliandoli con il quotidiano. A chi non piacerebbe provare in un orario più consono o avere il giusto tempo da dedicare alla ricerca del personaggio, alla fisicità e allo studio del testo che, per chi non fa di quest’arte un mestiere, avviene ad orari improbabili per conciliare questa passione con il lavoro e la famiglia.
Mariateresa cosa pensi a riguardo?
Ogni prova è diversa. Per un amatore è complicato arrivare alle prove ed entrare nel personaggio senza contaminarlo con lo stato d’animo del vissuto quotidiano. La difficoltà nel dare un rendimento costante è sicuramente un ulteriore sforzo interpretativo ed esercizio di astrazione che rende l’amatore paragonabile al professionista. Si vive un po’ la prova alla giornata e lo stupirsi ogni volta dell’altro fa parte della magia del teatro amatoriale, colmare le lacune con il giusto livello d’improvvisazione è un compito sicuramente importante, nonché un momento di crescita del gruppo.
La scelta del testo brillante è un bagaglio che vi segue da lontano, oppure si tratta di una svolta recente?
Sono dell’idea che si debba sentire qualcosa nel copione. Non sei tu a scegliere il testo ma è il testo che sceglie te. In passato abbiamo avuto la fortuna di lavorare con un autore che ha sempre scritto delle parti un po’ cucite su di noi, fatte su misura, in questo caso, invece, è stato amore a prima lettura, l’abbiamo subito sentito nostro.
Mauro, la tua opinione da regista?
Il teatro è sicuramente bello in tutte le sue sfaccettature, ci siamo anche cimentati in testi drammatici di autori importanti, ma in questo caso la scelta è stata dettata dalla necessità di lavorare su di un testo dai ritmi serrati che rendesse la performance “veloce e imprevedibile” e di sicuro richiamo per il pubblico.
A tal proposito vogliamo ricordare l’appuntamento?
“Due articoli e un profumo” al Teatro Antigone dal 21 al 23 Febbraio alle 21:00 (serale) e il 24 Febbraio alle 18:00 (pomeridiana). Si tratta di una commedia brillante con Roberto Celestini, Mariateresa Distaso e Mauro Bacheca che cura anche la regia.
Scelte scenografiche?
Questo spettacolo permette scelte minimaliste in quanto la stessa scena può avere diverse chiavi di lettura. Io preferisco il minimalista ma curato.
Mariateresa sei d’accordo con questa scelta?
Sì, sono dell’idea che sia l’attore a dover riempire la scena e lo spazio e che la scenografia sia d’aiuto ma non debba distogliere l’attenzione da quello che è il personaggio.
Progetti?
Ora ci piacerebbe portare nuovamente in scena testi scritti su misura per noi e quindi lavorare con un autore per proporre sul palcoscenico qualcosa d’inedito. Al termine di questa fatica cominceremo a valutare quest’opportunità nella speranza che si renda concreta.
Roberto ha qualcosa da aggiungere?
Questo lavoro è per noi un modo per celebrarci nell’amicizia Mettersi a disposizione uno dell’altro, avere Mauro come regista puntuale, curato e puntiglioso con una capacità immediata di leggere la scena è una formula vincente. Sono sicuro che la nostra verve comica uscirà grazie proprio alla nostra grande amicizia e complicità sul palco.